venerdì 11 dicembre 2015

IL FASCIO E LA RUNA

RECENSIONE. IL FASCIO E LA RUNA – studi e ricerche della SS Ahnenerbe in Italia. - (vedi anche aggiornamento del 24 febbraio 2016, in basso). Con questo saggio, “Il Fascio e la Runa” – (Mursia, Milano 2015), si completa dopo 11 anni una ideale “trilogia”, che già da tempo l’Autore aveva in mente di portare a termine. Il primo saggio “Archeologi di Himmler” (Ritter edizioni) è infatti del 2004, “La Svastica e la Runa” (Mursia) del 2011, e pertanto più di dieci anni sono stati necessari per poter presentare un quadro abbastanza completo di questa Organizzazione del Terzo Reich, l’Ahnenerbe (Eredità degli Antenati), creata dal Capo delle SS Heinrich Himmler nel 1935 e dedita prevalentemente alla ricerca preistorica e storica nell’ambito dell’ottica territoriale espansiva del nazionalsocialismo, in quel preciso momento storico. In questo terzo libro dedicato appunto all’Organizzazione SS Ahnenerbe, l’indagine è focalizzata prevalentemente sulle ricerche e sulle spedizioni effettuate nell’ambito del nostro Paese italiano, nel periodo compreso tra il 1935 (anno di nascita dell’ente di Himmler) ed il 1945. “Il Fascio e la Runa” si divide in due parti,1935-1943 e 1943-1945, dove nella Prima parte si tiene conto del progressivo interesse di ricerca, e sotto quali direttive principali, da parte della Germania nazista, nei confronti della storia del nostro Paese, così ricco di passato glorioso e drammatico allo stesso tempo, che sempre ha suscitato enorme interesse da parte dei popoli di lingua tedesca. Un’ampio spazio viene dedicato inoltre all’opera di salvaguardia da parte del Kunstschutz Abteilung – Reparto Protezione Artistica – nell’impari lotta contro i bombardamenti distruttivi degli Alleati dal cielo. Nel contempo, come si evince prevalentemente nella Seconda parte, non si perdono d’occhio le derive di stampo eterodosso e/o occulte dell’Ahnenerbe, anche nei confronti degli studi in Italia, tant’è vero che si dimostra quanto il “fronte italiano, ritenuto secondario dal punto di vista militare, si rivelò primario dal punto di vista esoterico” nel corso della II Guerra mondiale. Come sempre, prassi già ben sperimentata in precedenza (La Svastica e la Runa), ogni Capitolo è corredato da una serie di Documenti coevi del periodo in questione, in gran parte inediti e tradotti prevalentemente dal tedesco. Le Prefazioni sono state redatte da Gianfranco de Turris e Giorgio Galli, che come sempre ringraziamo, sentitamente. Presente, anche in questo saggio, una serie di interessanti immagini fuori testo, per far meglio comprendere le ricerche indo-germaniche di cui si tratta. AGGIORNAMENTO: Con grande piacere annunciamo che il nostro saggio "Il Fascio e la Runa" è stato selezionato questo mese di febbraio 2016 per la partecipazione ad un concorso storico di carattere nazionale. Gli autori delle prefazioni, Gianfranco de Turris e Giorgio Galli, avevano visto giusto. Questa risulta essere la migliore risposta, se ce ne fosse bisogno, al recente commento - "recensione" di tale De Antoni (OAS), così livorosa e dilettantesca, così piena di errori storici e carenze interpretative tali da far affondare la recensione stessa e chi l'ha commissionata letteralmente nel ridicolo. Terremo conto di tale "interesse" nei nostri confronti come molla per la continua ricerca della verità storica, anche nei nostri prossimi saggi, che ci ha sempre caratterizzato. Marco Zagni.

venerdì 3 luglio 2015

MARIO GHIRINGHELLI.

Molto attivo in campo esplorativo ma discreto, nonostante un carattere forte e accattivante,fu mio cugino, l’esploratore Mario Ghiringhelli. In giovane età aveva contratto una rara forma d’asma, difficilmente curabile, tanto che addirittura gli era stato detto che, in sostanza, non doveva aspettarsi di vivere a lungo. Forse per questo motivo acquistò una forza di volontà eccezionale nell’applicarsi in qualsiasi cosa gli piacesse. Siccome per la sua salute sarebbe stato meglio visitare e vivere prevalentemente in località secche se non addirittura aride o desertiche, cominciò a visitare il Nord Africa e il Medio Oriente (anni Sessanta) –allora non c’erano problemi legati all’estremismo islamico-, spesso in compagnia del fratello Franco. Col tempo poi, essendosi preparato assai bene dal punto di vista fisico, cominciò a esplorare anche le foreste e le località sulle Ande del Sud America, sull’Himalaya, in Asia Centrale e Indonesia. Nel corso di questi anni conobbe e diventò amico personale di alcuni ufficiali della Legione Straniera francese. Mario Ghiringhelli scrisse pochissimo (vedi in Nota) su di sé, e comunque spesso insieme a sua moglie, l’indologa Vanna Scolari, che molte volte lo seguì nei suoi viaggi d’avventura. Siamo comunque riusciti a trovare un elenco di suoi viaggi estratti da una sua conferenza al Rotary Club di Magenta (MI) nell’ottobre del 1979: - 1960: Ararat; - 1961: alla ricerca dei mangiatori di vermi (Fezzan/Libia); - 1963: tra i Tebu dell’Auenat (Kufra/Libia); - 1965: le paludi dello Shatt el Arab (Irak); - 1966: Afghanistan – tra i discendenti di Tamerlano Mazar-i-Sharif; - 1967: Malesia: Negritos e Senoi; - 1968: Sahara Algerino: tra i Tuareg dell’Hoggar; - 1969: Malesia, sulle tracce degli Empu, i fabbricanti dei micidiali pugnali Kris; - 1970: Thailandia: tra le tribù Shan e Cariani; - 1972: Laos: tribù Meo; - 1975: India, deserto del Thar; - 1977: Indonesia: Giava – Madura – Bali – Sumatra – Celebes; - 1979: Perù, caccia al “Lagarto Bianco” (un tipo di Caimano). Io entrai “in gioco” con Mario nel 1981 anche se sin da bambino seguivo le sue avventure, e ogni Natale passava a trovare me e la mia famiglia raccontandoci dei posti più strani che aveva visitato. Quell’anno era stato l’anno della mia Maturità scientifica, che era andata certo bene ma, pur essendo alto circa 1 metro e 80 ero sceso di peso sino a 58 chili, insomma non mangiavo più. Frequentare la palestra di Mario fu in pratica un biglietto di sola andata: entrai a far parte di chi lo seguiva nei suoi viaggi, e dopo tre anni di durissimi allenamenti partecipai con lui alla spedizione Ghiringhelli del 1984 nelle foreste della Guyana francese. Doveva essere una spedizione preparatoria in vista di una spedizione in Perù sulle tracce di misteriose piramidi individuate nella parte amazzonica della regione Madre de Dios peruviana. Allora si pensava si potessero raggiungere solo per via “aerea”: per questo partecipai a diversi lanci di paracadutismo, che si compivano in giornata al campo aeronautico svizzero di Gordola. Ma si era rimasti solo in tre a fare questo tipo di allenamento e allora, per questa volta, si lasciò perdere. Continuavo e studiare e ad allenarmi e con lui si partecipava ogni anno ad una gara di marcia di tipo militare che si chiama Pre-Nimega, di 42 chilometri con 17 salite. E si vinceva sempre (Palestra Mediolanum). In quegli anni Mario andò in Tibet, in Nepal, nelle Filippine e negli Usa, dove frequentò dei corsi di sopravvivenza in Alabama. Io ero andato per due volte a girare le foreste del Canada. Con l’amico ingegner Parisi facevamo tesoro di ogni insegnamento di Mario: si praticavano anche le arti marziali, per cercare di unire certe tecniche di difesa orientali con quelle occidentali. E militari della Legione Straniera venivano da noi e insieme si partecipava a gare di marcia forzata. Noi li si contraccambiava partecipando alla festa annuale della Legione che si tiene ogni 30 aprile presso Marsiglia, come anniversario della Battaglia di Camerone (Messico, 1863). L’ultimo suo anno (1993) si stavano facendo dei preparativi per un viaggio che ci doveva coinvolgere tra la Cina e il Pakistan: per questo motivo mi ero iscritto a un corso triennale di lingua e cultura cinese all’Istituto Ismeo di Milano, prestigioso istituto creato negli anni Trenta da personalità come Giuseppe Tucci, esploratore del Tibet per antonomasia. Purtroppo, prima di questa possibilità, Mario Ghiringhelli, in vista di scrivere un secondo libro sui pugnali Kris malesi, di cui era diventato un collezionista raffinato, perse la vita in un viaggio in Indonesia. La sua vecchia malattia asmatica prese il sopravvento causandogli uno choc anafilattico nell’agosto del ’93. Lo ricordo ancora, l’ultima volta che lo vidi in palestra: “Non ti preoccupare, io ci credo ancora”, mi disse, riferendosi ai nostri progetti per l’Amazzonia peruviana, sulle tracce di città perdute. Per questo motivo non potevo deluderlo: da vent’anni, non appena posso, continuo, da solo o con chi ci sta, ad esplorare il Mondo seguendo le sue orme. Nota: consigli di lettura. Di Sven Hedin: My life as an explorer, Kodansha International, New York, 1996; Il Lago errante, Cierre edizioni, Verona 1994. Di Thor Heyerdahl: Kon Tiki, Mondadori Milano 1970. Su Thor Heyerdahl: Thor Heyerdahl l’uomo del Kon Tiki, di V. Manfredi e W. Leonardi, Mazzotta Milano 1994. Di Vanna e Mario Ghiringhelli: Kris gli invincibili, Be-Ma editrice Milano 1991; di Vanna Ghiringhelli: The invincible Krises 2, Saviolo, Vercelli 2007. Di Marco Zagni: L’Impero Amazzonico, Mir Firenze 2002; Archeologi di Himmler, Ritter Milano 2004; La svastica e la runa, Mursia Milano 2011. Di Zam Bhotiva (a cura di M. Zagni e G. de Turris): Asia Mysteriosa, Arkeios Roma 2013.

sabato 17 gennaio 2015

INKARI 2015

State tutti pronti a supportare la prossima spedizione "Inkari 2015", con Thierry Jamin e tutto il gruppo dell'Associazione Inkari Cusco. Visitate il sito ufficiale www.granpaititi.com ed il profilo Facebook di Thierry Jamin, per visionare il nuovo video promozionale della spedizione di archeologia di esplorazione di quest'anno "Inkari 2015", la definitiva scoperta del "Paititi" peruviano... Aggiornamento al 4 aprile 2015: La spedizione "Inkari 2015" è ormai imminente. Collegatevi al sito di Thierry Jamin www.granpaititi.com e visionate le ultime novità: c'è anche la possibilità di partecipare al finanziamento con un contributo. Chi scrive è particolarmente contento di tutto questo, a coronamento di 30 anni di viaggi ed esperienze amazzoniche: già nel 2002 nel mio primo saggio "L'Impero Amazzonico" (ed. MIR, Firenze) avevo spiegato l'estrema importanza di dover esplorare la zona a Sud del Rio Timpia, dopo aver ottenuto foto satellitari Landsat dal Geological Survey già nel settembre del 2000, che rivelavano "anomalie" foto-geografiche estremamente interessanti e da verificare. Questo sarà approfondito in un mio prossimo articolo che apparirà probabilmente nel mese di luglio prossimo. A presto. Zama. AGGIORNAMENTO: L'articolo della spedizione Inkari 2015 è uscito sulla rivista Fenix di luglio 2015.