martedì 10 novembre 2009

KARA ULA

I DISCHI DI BAIAN KARA ULA – di ZAMA.

Nel corso di questi ultimi anni, alcuni articoli apparsi su riviste specializzate in archeologia misteriosa ne avevano già accennato l’esistenza, ma probabilmente tramite China Magazine e all’amico di sempre Alessandro de Toni , si potrà in futuro dire la parola fine su questo autentico mistero e soprattutto sul cover up che in effetti, in Cina, da una trentina d’anni è stato costruito intorno a questa faccenda .
Vediamo i fatti più salienti di questa storia .
Nel 1937, durante una spedizione nell’impervia area di Baian-Kara-Ula, una catena montuosa che corre lungo il confine Cinese/Tibetano, l’archeologo cinese Chi Pu Tei scoprì diverse cave all’interno delle quali furono rinvenuti scheletri che presentavano strane caratteristiche.
Il cranio era più grande rispetto al resto del corpo e l’altezza media si aggirava intorno ai quattro piedi e quattro pollici.
Ma la particolarità della scoperta, oltre agli scheletri, consisteva nel rinvenimento di dischi di pietra (diametro di circa 1 piede con uno spessore di circa 1/3 di pollice) sui quali era incisa una sorta di antica e sconosciuta scrittura, inserita nelle scanalature riportate sui dischi. Chi Pu Tei trasse le sue conclusioni sostenendo che gli scheletri appartenessero ad una specie di gorilla di montagna mentre i dischi erano stati abbandonati da una cultura umana, però molto antica.
I dischi vennero portati , per quanto si dice, a Pechino dove , per i vent’anni che seguirono, degli esperti cercarono senza esito di decodificare e decifrare la scrittura.
Nel 1962 il professor Tsum Um Nui, di origine giapponese, riuscì a decifrare e tradurre parzialmente i dischi di pietra e pubblicò le sue scoperte. I risultati erano così stupefacenti che l’accademia delle scienze di Pechino all’inizio ne proibì la pubblicazione.
Il lavoro di Tsum Um Nui parlava di un gruppo di pionieri extraterrestri chiamati "DROPA" che ebbero un incidente con la loro astronave nella zona montuosa di Baian-Kara-Ula circa 12000 anni fa.
Il prof. Tsum Um Nui pubblicò la sua opera solo dopo aver ricevuto il benestare dell’accademia cinese ma ben presto il professore divenne lo zimbello di molti archeologi e non solo. Morì in Giappone nel 1965.
Tutta la faccenda sembrava finita nel dimenticatoio quando nel 1968 apparve in Russia un saggio dello studioso dr. W. Saitsew dal titolo “ Scienza o Fantascienza “ , in cui si accennava con dovizia di particolari a tutto il mistero dei dischi e della loro clamorosa traduzione così compromettente per la scienza ufficiale.
Nel saggio si parlava delle enormi difficoltà che i visitatori spaziali avrebbero avuto con le tribù locali, venendo dapprima considerati come esseri mostruosi per poi venire addirittura cacciati da dei predoni, secondo antichi racconti cinesi, da quelli che vengono definiti "uomini con i cavalli veloci".
A parte tutti questi racconti resta comunque il fatto che i dischi di pietra rappresentano uno degli enigmi insoluti e più affascinanti con i quali l’umanità si deve confrontare. Oltre tutto, in seguito a ricerche fatte da scienziati russi che avrebbero ottenuto da Pechino alcuni dei reperti, è risultato che i dischi contengono un’ alta percentuale di cobalto e altri metalli.
Nel 1994 il dr. Hartwig Hausdorf della Ancient Astronaut Society, visitò con un amico il museo Banpo di Xian con la speranza di trovare alcuni di questi dischi ( all’origine erano qualche centinaio ) che un ingegnere tedesco (Ernst Wegerer) aveva sicuramente fotografato nel 1974. L’amico di Hausdorf era un amico del famoso ricercatore del mistero Erik von Daniken che aveva saputo dei dischI e delle fotografie dell’ingegner Wegerer.
I due ricercatori non trovarono nulla e solo dopo insistenti richieste e fatte mostrare le foto originali, il direttore del museo prof. Wang Zhijun, disse che un suo predecessore aveva effettivamente permesso a Wegerer di fare le foto. In seguito Zhijun mostrò ai due anche un libro dove erano contenute le foto dei dischi e anche una copia ingrandita del disco.
Raccontò poi che in seguito alla visita di Wegerer, il suo collega predecessore sparì misteriosamente e con lui tutti i dischi.
Un ordine sarebbe arrivato "dall’alto" per mascherare tutte le prove riguardanti dischi di Baian-Kara-Ula.
Nel 1995 sono state fatte importanti scoperte. In Cina, nella provincia di Sichuan, vicino al confine est della catena montuosa di Baian-Kara-Ula , è stata scoperta una tribù di 120 persone appartenenti ad una etnia sconosciuta. L’aspetto più importante della scoperta, riguarda l’altezza delle persone: non più alti di 3 piedi e 10 pollici, il più piccolo essere adulto misura solo 2 piedi e 1 pollice ( circa 80 centimetri ). Questa scoperta potrebbe essere la prima grande prova dell’esistenza dei "DROPA " ,o DZOPA, una razza i cui predecessori erano extraterrestri.
Risulta indubbio che sarà necessario organizzare finalmente in Cina una vera missione alla “ Indiana Jones “ , insieme ad Alessandro De Toni, per risolvere una volta per tutte l’intera faccenda, probabilmente entro i prossimi due anni.

mercoledì 5 agosto 2009

RUZO, CATTOI, PORRO

Articolo Ruzo/Cattoi/Rabdomante elettronico.

Durante gli anni cinquanta del XX secolo, due uomini lontani geograficamente, ma molto vicini per indipendenza ed amore della libera ricerca, unirono i propri sforzi sfidando l’establishment politico e culturale : il peruviano Daniel Ruzo e l’italiano Costantino Cattoi.
Incominciamo ad esporre il lavoro di ricerca di uno straordinario personaggio che più di ogni altro si presta a rappresentare con i suoi studi una diversa visione della questione " cultura mondiale delle origini " : il Dottor Daniel Ruzo ( 1900-1992 ) ( 1 ).
Daniel Ruzo, peruviano, è stato uno studioso eclettico, archeologo ed esoterista nello stesso tempo. Personaggio dai molteplici interessi, purtroppo non è mai diventato veramente famoso presso il grande pubblico degli appassionati di archeologia. Eppure sulla sua vita e sulle sue attività ci si potrebbe scrivere un libro intero. Infatti lo riteniamo un personaggio chiave nel panorama dell'archeologia del mistero, che ebbe intuizioni sorprendenti ed innovative al punto che solo oggi cominciano ad essere capite ed apprezzate.
Peruviano di Lima, dopo essersi laureato e diventato avvocato presso l'Università di San Marcos a Lima, a partire dal 1927 cominciò ad interessarsi alle scienze esoteriche, costituendo nel corso di vari anni, per esempio, una delle raccolte più imponenti al mondo di opere riguardanti la vita del " profeta " provenzale Nostradamus ( circa 1200 libri ). E probabilmente, in certi ambienti di appassionati di " scienze " previsionali o divinatorie, Ruzo viene ancora oggi ricordato per la sua notevole mole di lavoro di ricerca.
Affascinato dagli studi di Gurdjieff e di Ouspenski, fece parte di alcuni “gruppi” Gurdjiefiani di ricerca esoterica ed interiore sia nel suo Paese che, soprattutto, in Messico.
Ad un certo punto della sua vita però si rese conto che , per risolvere i problemi del suo tempo , non era più sufficiente tentare di creare una vera e propria " scienza delle previsioni " ( compito assai arduo ed astratto, osiamo dire ) , quanto piuttosto mettersi a studiare seriamente il passato dell'uomo, liberamente ed al di fuori da ogni teoria ufficiale. Ruzo si dedicò quindi allo studio della Preistoria.
La molla scatenante si verificò nel 1948, quando alcuni giornalisti del quotidiano di Lima El Comercio , organizzarono una spedizione fotografica sull'altopiano di Marcahuasi ( Ande Centrali , a circa 100 km. da Lima) località non certo turistica ( come oggigiorno in effetti ), ma comunque conosciuta dagli alpinisti visto che, a più di 4000 metri di altitudine, il panorama offerto era , ed è, strepitoso. Chi scrive può confermarlo perché si era recato là nel 1998.
Le foto della spedizione rivelarono qualcosa di molto strano : sulle rocce granitiche che spuntavano dall'altopiano si potevano distinguere contorni a forma di figure e volti umani o di animali.
Una specie di altorilievi, visibili perfettamente ad occhio nudo, e solo in determinati orari.
Il granito però è generalmente molto soggetto a fenomeni di erosione di tipo atmosferico, e nonostante le foto fossero pubblicate, il tutto fu attribuito ad una bizzarria della natura.
Non era di questo avviso il dottor Ruzo il quale, a partire dal 1952 e per un decennio, si recò regolarmente a Marcahuasi nel periodo peruviano della stagione secca ( da maggio a settembre ), soggiornando in una capanna di pietra costruita dai campesinos della Comunità di San Pedro de Casta, apposta per lui .
Ispezionava le rocce dell'altipiano a tutte le ore del giorno e nelle notti di luna più chiara : voleva cercare di carpire il minimo indizio che gli permettesse di identificare le forme di quelle che lui si convinse fossero antichissime sculture rupestri prodotte con una tecnica inusitata che teneva conto dei raggi solari e lunari in determinati periodi dell'anno.
In questo periodo di ricerca durato 10 anni produsse più di 5000 fotografie dell'altopiano , rivelando centinaia di forme e volti umani e di animali.
Questa enorme mole di lavoro fece di lui il primo al mondo che rivelò alla comunità scientifica internazionale l'esistenza di una antichissima civiltà ( antidiluviana , secondo Ruzo ) , che lui chiamò Masma, capace di produrre una forma d'arte di tipo "organico", e cioè che utilizzava le rocce così come si trovano in natura elaborando sopra di esse gli altorilievi più disparati alterandole il meno possibile.
Che questa civiltà Masma fosse realmente una colonia degli Atlantidi descritti da Platone , come Ruzo sosteneva, non possiamo certo dirlo . Quello che possiamo dire però senza pericolo di essere smentiti è che a partire dagli anni '50 fino ad oggi molte sculture rupestri simili sono state ritrovate anche in molte altre parti del mondo : Brasile , Centro America, Africa Occidentale, Germania, Romania, e Australia, solo per fare alcuni esempi.
Negli anni ’50 c’era molto fermento nel campo della ricerca alternativa, fermento che in questi ultimi anni, piuttosto , si sta riconducendo ad un silenzio mediatico praticamente totale. Lo studioso di antropologia americano George Hunt Williamson ed il “Gurdjeffiano” intellettuale francese Denis Saurat aiutarono Ruzo a farsi conoscere in Europa, così come lo avrebbe aiutato qualche anno dopo l’esploratore francese Marcel Homet, parlando di Ruzo nei suoi libri ( 2 ).
Venne così organizzata un importante conferenza a Parigi, a cura della Società di Etnografia, presso la scuola di studi superiori dell’Università della Sorbona, il cinque gennaio 1957.
Da un giornale peruviano di quel periodo ( 3 ) estrapoliamo questo breve brano:
“ Davanti ad un pubblico di studiosi, il Dr. Ruzo sviluppò la sua interessante conferenza che suscitò l’ammirazione dei presenti quando rivelò che queste scoperte erano state fatte di recente, ma là si potevano trovare pietre lavorate da antichi abitanti del Perù di migliaia di anni prima, anche se non si poteva stabilire il periodo esatto. Sostenne così che queste figure di animali, volti e corpi umani si trovavano nella località di Marcahuasi, ubicata tra le valli di Santa Eulalia e Rimac. La “ meseta “ ha una lunghezza di circa tre chilometri per uno di larghezza e domina la valle di Santa Eulalia, il cui nome in lingua “quechua” è di Mamay…”.
Dopo un periodo di iniziale successo, seguito da un’altra importante conferenza tenuta a Parigi nel 1958, Ruzo a partire dagli anni ‘60 fu però sempre più osteggiato dal governo peruviano nelle sue ricerche , mentre nel frattempo aveva girato un documentario di grande interesse sulle figure risaltanti dalle rocce dei monti Carpazi in Romania. Il problema con le autorità peruviane sorse per questo ordine di motivi: Ruzo era convinto che tra le rocce di Marcahuasi , in una parte dell'altipiano conosciuta come Infernillo , ci fossero degli accessi ( antichi camini di areazione ) che addentrandosi nel suolo permettevano di raggiungere quelle misteriose gallerie sotterranee che, da tempo, rappresentano uno dei veri misteri archeologici del Sud America , per non dire del mondo intero.
Fu per questo motivo che Daniel Ruzo decise di esiliarsi volontariamente in Messico. E si stabilì dal 1966 nella località che più di tutte gli ricordava Marcahuasi: Tepoztlan , nello stato di Morelos, dove vi rimase fino alla morte, sostenendo sempre le sue idee. Fu qui che lo conobbe, e divenne sua amica, la principessa Maria Beatrice di Savoia, durante un suo viaggio in Messico.
Il tenente colonnello Costantino Cattoi, nato in Frosinone nel 1894, esprimeva invece una poliedrica personalità, ma soprattutto credeva nell’uomo e nelle sue origini divine.
Eroe di guerra, inventore della prospezione fotografica applicata alla cartografia, legionario dannunziano, esperto internazionale di ricerche idriche e minerarie, scopritore delle città di Capena nel Lazio e di Lilibeo vicino Marsala in Sicilia, si presenta in questo modo al Dr Filippo Martinelli in un carteggio del 1958/1959 ( 4 ) :
“ Non sono un professore, ma il geotecnico Cattoi. Se fossi professore avrei tenuto in gran dispregio le sculture rupestri, e non sarei giunto a scoprire che non sono altro che iscrizioni oracolari e ideografiche, i prototipi italici di tutte le successive iscrizioni e scritte geroglifiche del mondo, a partire dall’Egitto… ....la mia è una ricerca mistica sulle origini dell’uomo”.
Prima osservando dall’aereo i rilievi montani, quindi eseguendo assieme alla moglie, la famosa sensitiva e radiomante Maria Mataloni, ricerche idriche, minerarie ed archeologiche nel sottosuolo, Costantino Cattoi comprese che le sculture rupestri furono deliberatamente costruite dagli antichi con un duplice scopo :
Da una parte esse indicano luoghi per l’atterraggio di veicoli volanti, dall’altro servono a segnalare le aree dove esistono minerali e, soprattutto, energia elettro-magnetica, fonte di rifornimento per quegli stessi veicoli. In quegli anni, tali veicoli vennero codificati come U.F.O.
Grazie al Dr Francesco Polimeni, editore della rivista Spazio e Vita, pubblicata fra il 1958 ed il 1959, ( 5 ) Cattoi entra in contatto con l’antropologo statunitense George Hunt Williamson ( 6 ) e, successivamente, con Daniel Ruzo.
Il Colonnello Cattoi spiega al Dr Martinelli come “…le numerose teste di cane delle Apuane sono identiche a quelle trovate da Ruzo e Williamson presso Lima sull’altipiano di Marcahuasi in Perù. Fu a causa di questa mia segnalazione preventiva a Williamson che cioè avrebbe dovuto trovare teste di cane scolpite in Perù, la sua venuta in Italia ! “
Come riportato dal quotidiano La Nazione di Firenze nell’estate del 1958, George Hunt Williamson arriva in Italia da Madrid, partecipa a conferenze in Catania ed in Roma, visita assieme a Cattoi l’Ansedonia. Le comuni scoperte, la grande eccitazione per aver riscoperto sia in Sua America che in Italia le nostre origini, la sensazione inebriante di stare per entrare in contatto con altri esseri, la preparazione di importanti spedizioni in Italia da parte di Williamson, sono tutte attività che improvvisamente si fermano.
A Daniel Ruzo viene praticamente impedito di continuare le proprie ricerche in Marcahuasi, così che lo studioso si isola volontariamente in Messico in Tepoztlan.
George Hunt Williamson non torna più in Europa, nonostante tutti i programmi annunziati a Cattoi e si ritira probabilmente nell’amato Perù, sotto con il nome di “Brother Philip”.
Costantino Cattoi solo e senza mezzi, resta bloccato, non pubblica nemmeno il libro sulle sculture rupestri che stava pianificando. Di lui resta solamente un’intervista rilasciata al giornalista Franco Bertorelli, pubblicata nel settimanale Epoca del 27 agosto 1967. Egli morirà nel 1975 a Roma.
Nasce spontanea una domanda, il blocco delle loro attività fu forse dovuto a cause esogene, avevano questi uomini indipendenti sfiorato informazioni e conoscenze a loro non destinate ? Cattoi ne fa cenno nel carteggio con il Dr Martinelli, ammonendolo a non entrare nelle grotte senza permesso, citando esplicitamente divieti che erano stati comunicati a lui ed a Williamson. “Quelli dei dischi sono alla ricerca dei loro dischi e delle loro astronavi, dovute abbandonare in seguito a cataclismi etc…Gli ingressi alle porte sono contrassegnati, ma io ne ignoro il segno. Poi lei sa che le astronavi e i dischi si rendono invisibili: quindi c’è da ritener per certo che costante è la loro guardia alle loro aviorimesse, e non credo sia igienico neanche a pensare di andare alla ricerca delle loro astronavi e dei loro dischi rimasti nel cuore delle montagne o in fondo al mare, negli astroporti del passato. I fratelli delle stelle NON INTENDONO DARE ALL’UOMO BIANCO né dischi né astronavi. E la ragione è intuitiva. Si immagini se ce ne lasciano prendere uno! Hanno armi paurose e silenzioso per disintegrare chicchessia, a partire dai curiosi. E sanno, cioè possono LEGGERE NEL PENSIERO, quindi con quella gente non c’è speranza di far niente in segreto. Per quanto mi mandarono Williamson, di urgenza, con alcuni LORO DIVIETI!”.
Proprio negli stessi anni, esattamente il 21 aprile 1963, appare nella Domenica del Corriere un articolo scritto dal giornalista Mario Miniaci, a titolo “ Il rabdomante elettronico”. Il giornalista spiega che uno stupefacente dispositivo inventato da un ingegnere milanese permette di scoprire e di localizzare sottoterra, anche a grandi profondità, giacimenti minerari, monumenti sepolti oppure ignorati tesori. Tale apparecchio viene impiegato, spiega sempre il giornalista, addirittura in piazza Duomo a Milano per ritrovare “ gli avanzi della parte destra della millenaria basilica di Santa Tecla”.
Immediatamente si nota il collegamento con quell’ apparecchio atto a ricerche nel sottosuolo che il Colonnello Cattoi preannuncia più volte nel suo carteggio con il Dr Martinelli come segue :
“Non sono adatti, allo scopo di rivelare i punti di emissione, né lo scintillatore né il geiger, ma apparecchio già pronto e funzionante, di rivelazione e di misura di intensità di energia elettromagnetica, portatile….Oggi esiste solo l’apparecchio di misura dell’energia che si sprigiona dal sottosuolo e che scende dal cielo! ….Non c’è ancora la macchina che la capta (la forza) e la trasmette in forza elettrica industriale… l’inventore mi ha fatto dire che occorre creare un tipo speciale di valvola in Italia costruibile solo in uno stabilimento militare”.
Il padre dell’Ingegnere milanese inventore del rabdomante elettronico, il famoso geologo Cesare Porro era un importante consulente di società petrolifere, come d’ altronde il Colonnello Cattoi prima della seconda guerra mondiale. Il comune amore per la ricerca libera ed indipendente aveva portato questi studiosi ad elaborare strumenti “ non ortodossi dal punto di vista scientifico occidentale” di prospezione del sottosuolo, che avevano evidentemente permesso sia il ritrovamento che la ricostruzione di antichissimi siti e città. Grazie all’odierno sviluppo delle tecnologie, il nuovo “rabdomante elettronico” è in grado di effettuare prospezioni in strati geologici vecchi di milioni di anni, per cui sarebbe importante poter effettuare le comparazioni con chi detiene le informazioni sulle antichissime civiltà sepolte o sommerse sotto il suolo italico.

Note :

1) Per altre informazioni vedi il saggio di Marco Zagni, Impero Amazzonico, MIR, Firenze, 2002.
2) Vedi per esempio, di Marcel Homet, Chan Chan la misteriosa, Sugarco, Milano, 1980.
3) Dominical, Lima, 27 gennaio 1957, pag. 4
4) Il carteggio originale si trova nelle mani del figlio del Dr F. Martinelli
5) La rivista, formato tabloid su 8 facciata, durò dal maggio 1958 al dicembre 1959, chiudendo per problemi di ordine economico
6) G. H. Williamson è una figura particolarmente poliedrica e misteriosa. Dai contatti con esseri extra-terrestri assieme ad Adamski, alle numerose spedizioni in America del Nord e del Sud, dette inizio alla paleo-astronautica, scrivendo una serie di libri durante gli anni cinquanta. Anche la data della sua morte è soggetta a controversia, infatti, secondo alcune fonti, egli muore nel 1965 durante una spedizione in Perù e non nel 1986 negli Stati Uniti come comunemente riportato.
7) In grassetto vengono riportate le parole del Colonnello Cattoi secondo le lettere scritte sul finire del 1958

domenica 1 marzo 2009

CIRCOLI ESOTERICI E INIZIATICI DELLE SS .

Marco Zagni, ricercatore indipendente milanese, come abbiamo già ricordato,ha recentemente pubblicato il saggio “ Archeologi di Himmler “ ( ed. Ritter, 2004 ), volume di oltre 250 pagine in cui si occupa, come ricordato in copertina dal sottotitolo , delle “ ricerche, spedizioni e misteri dell’Ahnenerbe “.

Zagni che, come scrive nell’introduzione , si sente più un esploratore che uno storico “, nel suo saggio cerca di dare un quadro di alcuni dei principali ambiti in cui operò l’ Ahnenerbe, soprattutto nel campo archeologico.

In sostanza , dopo una fase iniziale di assestamento, questa associazione, oltre ad un certo tipo di ricerca per così dire , sul campo “, iniziò a strutturarsi in maniera sempre più complessa dal punto di vista burocratico , articolandosi in dipartimenti monotematici ( nel momento di maggior sviluppo, nel 1943, se ne arrivarono a contare oltre una trentina , con circa 30mila persone coinvolte , tra SS e civili ) , occupandosi anche di altri argomenti ritenuti affini , come ogni genere di tradizione popolare.

Proprio sull’attività di uno di questi , il “ Dipartimento Religioni Indo- Germaniche “ , abbiamo raccolto le sue opinioni, allargando poi il discorso alle presumibili mysteriose attività esoteriche, in quegli anni, di alcuni circoli “ iniziatici “ delle SS.

Dr. Zagni, quale rilievo aveva il “ Dipartimento Religioni Indo- Germaniche “ all’interno dell’Associazione “ Deutsches Ahnenerbe “ ( Eredità degli Antenati germanici ) ?

Questo Dipartimento fu un elemento molto importante all’interno della Ahnenerbe, uno dei primi ad essere creato, con sede decentrata a Monaco di Baviera : negli “ Archeologi di Himmler “ ne abbiamo accennato solo vagamente ed in modo incompleto, perché si stava raccogliendo materiale in merito con estrema difficoltà .

Basti pensare che è il luogo dove si formarono personalità come Walther Wüst ( 1901- 1993 ), che nel 1941 riuscì , con l’appoggio di Himmler , a diventare Rettore dell’Università di Monaco, o il filosofo gnostico-neo pagano Friedrich Hielscher ( 1902- 2000 ), e infine l’esperto di Religioni Orientali Wilhelm Jakob Hauer ( 1881- 1962 ).

Dal Dipartimento Religioni dell’Ahnenerbe scaturirà infatti in concetto base che ha portato alla formazione di quella disciplina estremistica – filosofica religiosa ( presente ancora oggigiorno ) che può essere riassunta con il termine “ Hitlerismo Esoterico “ ( o Esoterismo Hitleriano ) , e cioè la visione di Hitler come un “ Avatar “ indù , una sorta di iniziato super-umano, che avrebbe avuto un compito specifico nella storia del nostro Mondo.

Sarebbe stato colui che avrebbe dovuto accellerare al massimo la conclusione del Kali Yuga , l’età oscura del mondo , la nostra era attuale, per raggiungere così il più profondo abisso della storia umana, dal quale ci sarebbe stato una nuova “ ascesa “ dell’Umanità verso radiosi orizzonti”.

Una identificazione difficilmente comprensibile dal nostro punto di vista, non crede?

In effetti è così, ma nella realtà questo è un punto molto importante questo, e profondamente induista come concetto religioso , perché ne deriva il fatto che queste autorità sovrane iper/ preterumane / o addirittura divine ( come nel caso della Dea Kali ) non possono essere giudicate con i parametri umani legati all’etica comportamentale .

Qualsiasi azione , anche la più distruttiva e insensata, apparentemente , non può essere giudicata come “ abbietta “ , perché questo o quel tale comportamento negativo fanno parte di un processo imprescindibile derivante dal decorso delle Ere Cosmiche ( le quattro ere indiane ).

In sostanza , il comportamento di un “ essere superiore “ può essere incomprensibile secondo la logica umana , perché è piuttosto legato ad una logica universale, ad una “ scienza sincronica “ divina.

La scienza degli dei, se così vogliamo chiamarla.

In testi induisti tradotti in tedesco dall’Ahnenerbe apparivano così chiari riferimenti ad un particolare rapporto filosofico tra le SS mistiche con la “ Madre Terribile universale ,l’Eterno Femminino inconcepibile dagli uomini comuni, il motore incessante al centro dell’Universo , capace di creare Mondi , ma anche di distruggerli “.

L’interesse verso questi aspetti, decisamente poco conosciuti, dell’Induismo, non era però l’unico ad essersi sviluppato nella Germania, in quegli anni.

Soprattutto all’interno delle SS Allgemeine ( SS generali ) si erano formati, con il passare del tempo, circoli iniziatici aventi ad oggetto le più diverse esperienze di natura esoterica .

Ce ne potrebbe fare un quadro d’insieme?

“Tutto quel di cui ho parlato, infatti, veniva discusso insieme alle diffuse pratiche dello “ Yoga Runico “ ed a primitivi studi sulle “ aperture “ mentali di porte della percezione verso mondi alternativi e paralleli , tramite la pratica , che allora si stava formando sul nascere , dello studio sui “ Sogni Lucidi “.

Meditazioni varie e Yoga runico avvenivano o in specifici spazi all’aperto - per esempio alle Externsteine – dove nelle sue vicinanze esiste addirittura una “ tomba per la meditazione rituale “ scavata nella roccia o, generalmente , presso i Castelli dell'Ordine ( Ordensburgen ) e naturalmente a Wewelsburg.

Non mancarono inoltre derivazioni mistiche ricavate da forme di concentrazione mentale e spirituale di chiara origine cristiana- esoterica ( come la meditazione ortodossa greca chiamata “ esicasmo “ ).

In sostanza abbiamo quindi un centro studi SS dalla spiccata impronta universitaria come la Ahnenerbe , ma dal quale in realtà deriveranno impronte culturali di chiaro stampo esoterico occultista , che faranno presa su particolari circoli di ufficiali SS facenti parte , per esempio, dello Stato Maggiore di Himmler ( RFSS ), dell’Ufficio Razze ed Insediamenti ( RUSHA ) e pure del Servizio Segreto di Sicurezza ( RSHA/SD ).

Raramente si vuole parlare di questi argomenti, nel nostro Paese poi hanno subito una sorta di bollatura negativa come un tipico argomento “ Tabù “ , del quale è meglio non parlare , ma nella realtà questi sono punti essenziali per capire definitivamente quel periodo storico dove scaturirono forze occulte e situazioni apparentemente incomprensibili, se si rimane ad un livello normale di una pedestre e fredda analisi storica” .

Ma dopo decenni di ricerche che hanno impegnato studiosi di tutto il mondo, fra l’altro in Italia hanno scritto sull’argomento il prof. Giorgio Galli , politologo già docente di Storia delle Dottrine Politiche all’Università di Milano , che ha curato l’introduzione al suo saggio, e il giornalista Marco Dolcetta, a suo avviso che grado di conoscenza abbiamo , da questo particolare punto di vista, di quel periodo storico in Germania?

“Questa è senz’altro una domanda difficile e , se mi permette, particolarmente insidiosa .

Le potrei rispondere però molto semplicemente affermando che “ il grado di conoscenza “ che noi abbiamo dipende, in realtà , dai documenti che gli Alleati , i Paesi vincitori del Secondo Conflitto Mondiale, hanno voluto concedere in visione agli storici e , di conseguenza , alla gente comune.

Vede, nell’introduzione agli “ Archeologi di Himmler “ accenno alla distruzione , all’occultamento o al sequestro di moltissimi documenti inerenti l’Ahnenerbe, proprio nelle ultime fasi della II Guerra Mondiale.

L’amico Marco Dolcetta, nel suo “ Nazionalsocialismo Esoterico “, ad esempio parla di un carteggio fra Friedrich Hielscher che, come abbiamo già ricordato in precedenza ha ricoperto incarichi di ricerca presso il Dipartimento “ Religioni Indo – Germaniche “ dell’Ahnenerbe , e Ernst Junger , attualmente depositato in copia alla Berkeley University e classificato come Top Secret fino all’anno 2020.

Io personalmente poi, mi sto facendo un’idea personale di tutte queste cose che in fondo , è abbastanza “ pessimista “ nel senso che , di certi argomenti , non ne sapremo mai nulla.

Vede, per esempio sono assolutamente convinto che , verso la fine della Guerra, scienziati dell’Ahnenerbe entrarono a fare di progetti militari tecnologici super-segreti che facevano capo al “ Sonderkommando “ ( Commando Speciale ) dell’ingegnere capo delle SS, il Generale Kammler, della cui sorte non si è mai saputo più nulla.

Per capirci, erano dei veri e propri “ Black Projects “ delle SS, assolutamente fuori dal budget governativo nazista.

Albert Speer , l’architetto plenipotenziario per la programmazione della “ Guerra Totale “ a partire dal 1943 , quando fu interrogato in argomento dagli Alleati , i quali continuavano in realtà a trovare progetti e materiali di cui non capivano assolutamente nulla ( si vocifera di una “ altra “ scienza, di una fisica “ alternativa “ e di una “ scienza psichica “, tutte interconnesse ), cadde letteralmente dalle nuvole e si arrabbiò moltissimo : era stato tenuto assolutamente all’oscuro di tutto questo dalle stesse SS.

Dopo l’attentato a Hitler del 20 luglio 1944, le SS si costruirono veramente un loro “ mondo “, all’interno del nazismo.

Per quello che si sa , infine, posso dirle che un piano di rilascio di documenti nazisti , sequestrati dalle Forze Alleate nel 1945 , è già stato preparato da tempo , con termini temporali di resa di dominio pubblico che si protrarranno fino al 2045. Ci saranno senz’altro documenti che riguardano le SS.

Ma dubito fortemente che verrà mai messo a disposizione degli storici tutto quanto gli Alleati sono riusciti a trovare”.

Fonti Bibliografiche e Fotografiche:

Marco Zagni : “ Archeologi di Himmler “, Ritter Edizioni, Milano, 2004.

Marco Dolcetta :” Nazionalsocialismo Esoterico “, Cooper e Castelvecchi ed. , Roma, 2003.

Heinz Hoene : “ L’Ordine Nero “, Garzanti ed., Milano, 1976.

Miguel Serrano : “ Manù “ La Nuova Edad ed., Santiago , Chile, 1991.

[In ricordo di Gianluigi Proia]

sabato 31 gennaio 2009

IL MISTERO DELLA DONNOLA PARLANTE

IL MISTERO DELLA DONNOLA PARLANTE di Marco Zagni

Dalby è un piccolo paesino situato lungo la costa occidentale dell’Isola di Man, la famosa isola posta a metà strada tra l’Inghilterra e l’Irlanda, nel Mar d’Irlanda , sulla via d’acqua per Belfast.

Sopra Dalby , a Dalby Mountain, negli anni trenta vi era la fattoria di Doarlish Cashen , tenuta dalla famiglia Irving , marito ( James Irving ) , moglie ( Margaret ) e tre figli anche se , nel 1931 , solo la ultima nata, Voirrey , di 13 anni , viveva ancora a casa.

Nonostante le difficoltà economiche che in quel periodo colpivano un po’ tutta l’Europa , la famiglia Irving riusciva più o meno a cavarsela ma … un bel giorno di settembre di quello stesso 1931, il paranormale entrò prepotentemente a Doarlish Cashen, e niente fu più lo stesso.

James Irving aveva sentito dei grossi rumori provenire da dietro un pannello a muro della casa e pensando che fosse un grosso roditore , per farlo scappare si era messo ad imitare l’abbaiare dei cani colpendo il pannello : incredibilmente per tutta risposta ottenne un abbaiare esattamente uguale al suo, proveniente da dietro il pannello! Irving si infuriò moltissimo, convinto di farla finita con questo misterioso essere che lo imitava come un pappagallo.

Intervenne sua figlia Voirrey, la quale fu costretta a rivelargli una cosa che aveva tenuto nascosto già da qualche tempo : era meglio che suo papà lasciasse perdere perché quell’animale era una donnola ( o meglio una mangusta – mongoose in inglese - ) capace di copiare i rumori e anche di parlare !

E infatti il “ roditore “ ( o carnivoro ) si mostrò e parlò !

Si chiamava Gef, una mangusta molto, molto intelligente, nata in India nel 1852…voleva stare con loro perché quella fattoria gli andava e poteva anche essere molto utile a tutta la famiglia…però che non si azzardassero a darle la caccia perché avrebbe potuto ucciderli tutti se solo avesse voluto!

Dopo un primo periodo assolutamente sconvolgente per tutti , alla fine gli Irving accettarono questa incredibile situazione . Parlavano spesso con Gef e anzi lo correggevano se sbagliava a pronunciare qualche parola. Inoltre Gef si rivelava un essere arguto , simpatico a suo modo , con una risata strana ed un tono di voce abbastanza alto.

L’intermediario preferito di Gef era la giovane Voirrey, perché Gef voleva proteggerla…ma parlava anche con gli altri Irving e addirittura qualche volta con i vicini!

Il problema era che qualche volta Gef si comportava in modo un po’ aggressivo , ingiuriando gli stessi Irving o mettendosi addirittura a cantare in modo sguaiato , sostenendo di essere uno spiritello burlone e imprevedibile intrappolato nel corpo di un roditore e altre volte negando decisamente tutto quello che aveva detto pochi minuti prima , facendosi triste e dicendo solo di essere una povera donnola troppo intelligente per la vita grama che conduceva : di tutto la cosa che le faceva più paura era quella di essere catturata ed imprigionata in una bottiglia .

Fisicamente aveva il pelo chiaro o giallastro , una coda robusta, uno strano volto piatto, non dissimile da quello di un piccolo maialino e robuste zampe da mangusta. Ma sembrava in realtà un animale ibrido , nè donnola, nè mangusta, né furetto od ermellino.

Generalmente rifiutava il cibo offerto spontaneamente dalla famiglia o da altre persone, perché sosteneva che voleva contribuire attivamente alla ricerca di cibo fresco , e così si dava da fare nel cacciare ed uccidere i conigli che erano presenti in un numero eccessivo nella zona. Ma non li teneva solo per sé e faceva in modo che anche gli Irving trovassero le prede.

Alla lunga però, nei dintorni della fattoria le cose cominciarono un poco a degenerare . Il Fatto era che Gef era sostanzialmente un burlone e si divertiva a spaventare o a prendere in giro la gente, apparendo all’improvviso nelle situazioni più disparate : una delle sue particolarità era nascondersi nelle case dei vicini, ascoltando le loro conversazioni private , per poi andarle a raccontare generalmente alla piccola Mary Voirrey.

La gente dei dintorni di Cashen tento alla fine di sbarazzarsene .

Dato che Gef amava starsene spaparanzato a riposarsi sotto il locale Autobus della zona quando questi era fermo in sosta , alcuni tentarono di costruire una trappola elettrica per folgorarlo, ma ovviamente invano: Gef era troppo intelligente, e troppo furbo, per farsi sorprendere dalla gente del posto.

Naturalmente tutte queste vicende attirarono molta gente dalle vicinanze : tutti volevano vedere Gef, e la cosa ebbe una risonanza prima a carattere locale ( con molti articoli dei quotidiani del luogo ) e poi nazionale.

Non mancò poi un vero e proprio interesse da parte di associazioni occultistiche inglesi ( in particolare l’ Associazione Nazionale per le Ricerche Psichiche ) ma quando dei veri e propri esperti andavano dagli Irving per cercare di vedere e parlare con Gef , la mangusta parlante generalmente li mandava al diavolo tutti quanti restandosene ben nascosta : Gef non aveva nessuna intenzione di parlare con tutti questi “ pazzi stregoni “ che non vedevano l’ora di metterla in una gabbia per studiarla. Gef aveva la sua dignità , e dopo una bella pernacchia , spariva nel bosco.

Uscì comunque un libro sulle gesta e gli scherzi di Gef : “ The Haunting of Cashen’s Gap “ ( La Presenza sui pascoli di Ashen ) , del ricercatore psichico Harry Price , ma il saggio non ebbe il successo sperato , perché era per lo più una raccolta di articoli dei quotidiani locali e nazionali inglesi .

Non mancarono ovviamente gli scettici di tutta questa storia: per loro era ovviamente una colossale burla inventata dagli Irving perché erano in difficoltà economiche . Avevano addestrato e addomesticato una donnola a fare diverse cose e in più la giovane Mary Voirrey era abilissima ad alterare la sua voce , nascondendosi , dando così l’impressione che il piccolo predatore fosse dotato del dono della parola.

Ma fino alla fine gli Irving sdegnosamente negarono qualsiasi loro coinvolgimento : stanchi di tutta questa storia che aveva acquistato delle proporzioni nazionali tali che loro non avevano mai immaginato né voluto , lasciarono la comunità di Dalby Mountain nel 1935, per non farvi mai più ritorno.

Gef si fece vedere ancora qualche volta , ma ancora per pochissimo tempo, per poi scomparire per sempre, improvvisamente , così come era arrivato.

Che dire di tutta questa storia impressionante ?

La nostra opinione e che qualcosa di veramente misterioso accadde : Gef si fece vedere in giro da molta gente, nei luoghi più diversi della zona , ed è poco credibile che Voirrey potesse nascondersi dappertutto , anche nelle case dei vicini, prestando la propria voce alterata alla “mangusta fantasma”. Gli Irving poi, che erano a Dalby dal 1916, non ci guadagnarono proprio nulla da tutta questa pubblicità , e anzi si inimicarono il vicinato al punto dal dover sloggiare in relativamente poco tempo. Ed erano sempre stata una famiglia molto per bene.

Essendo quindi propensi verso il soprannaturale, pensiamo che effettivamente un qualche spirito “ famiglio “ fosse entrato nel corpo di una mangusta , o donnola che fosse , alterandone i comportamenti ed i tratti somatici.

Una ipotesi “ Junghiana “ che è stata recentemente messa in cantiere , e cioè che una “ sorta di inconscio collettivo della famiglia Irving “ aveva psichicamente creato questo essere curioso, ci sembra francamente ancora più fantascientifica di una ipotesi “ spiritistica “.

Una cosa però vogliamo dirla, ed anzi fu la molla scatenante che ci convinse nello scrivere questo articolo : il caso occulto di “ Gef “ fu discusso anche dalla Radio BBC di Londra nell’autunno del 1931.

Dall’altra parte dell’Oceano Atlantico un inguaribile anglofilo, anche se statunitense, ascoltava sempre Radio Londra.

Era quell’incredibile genio della Letteratura Fantastica che si chiamava Howard Phillips Lovecraft ( 1890-1937 ), un vero “ Copernico “ dell’Horror , come giustamente molti critici hanno sempre riconosciuto.

Nacque così dal “ caso Gef “ il tremendo personaggio luciferino di “ Brown Jenkin “, l’Uomo Topo,

il piccolo demone familiare della malvagia strega “ Keziah Mason “ , uno dei personaggi più inquietanti di tutto il panorama lovecraftiano , che ha una parte fondamentale nel racconto “ I Sogni nella Casa Stregata “, scritto magistralmente da Lovecraft nel 1932:

“ I sogni di Gilman erano decisamente oltre il limite della sanità mentale…la vecchia Keziah Mason e il peloso animale guizzante che le faceva da demone familiare erano dolorosamente realistici “.

Così Lovecraft descrive Brown Jenkin , un vero incubo per il principale personaggio del racconto, il giovane matematico di talento dell’Università di Arkham , Walter Gilman, di cui preferiamo non raccontarvi verso quale arcano destino andrà incontro .

Saremo sinceramente suggestionabili, ma dopo aver letto certi racconti , preferiamo tenerci in casa il solito cane , o un simpatico gattino, piuttosto che certi altri animaletti sguscianti e ambigui , che invece vanno stranamente molto di moda , oggigiorno…

PER SAPERNE DI PIU’:

“Sulle tracce del vero Brown Jenkin “ , di Patricia Shore ( 1992 ) ne “ Il Testo di R’LYEH “, Fanucci, Roma, 1996.

H.P.Lovecraft : “ I sogni nella casa stregata “ ne “ I miti di Cthulhu “, Newton Compton, Roma, 1995.

Su Lovecraft , di AA, VV, “ Vita Privata di H.P. Lovecraft “, Reverdito Editore, Trento, 1987.