martedì 26 aprile 2011

LE "PIETRE FIGURE" GIGANTI DI MARKAWASI

MARCAHUASI: ANDE CENTRALI PERUVIANE

A latere di studi , ricerche ed esplorazioni oramai ventennali in Sud America volti alla ricerca di dimostrare l’esistenza di una antica “ Cultura madre Amazzonico/andina “ la
quale diede luogo alle culture pre-incaiche che conosciamo, nel 1998 mi ero recato,
tra i primi in Italia, presso l’altopiano di Marcahuasi ( o Markawasi ) , distante in linea d’aria da Lima solo un 80/100 chilometri.
Ero a conoscenza di questo luogo da circa 20 anni , avendone letto una breve descrizione
su libri di divulgazione archeologico misteriosa.
Già negli anni ’50 il Dr Daniel Ruzo , peruviano scopritore di Marcahuasi , aveva cercato di far conoscere questa località alla comunità archeologica internazionale : furono organizzate conferenze alla Sorbona di Parigi già nel 1958 con l’aiuto dello studioso francese prof. Marcel Homet ( lo scopritore della Pedra Pintada in Brasile ), ma senza esito soddisfacente.
Ruzo sosteneva che in molti punti dell’altipiano ( a 4300 mt. sul livello del mare e della superficie di circa 4 km. quadrati ) le grandi rocce granitiche la presenti erano state modificate da una civiltà sconosciuta -che lui aveva battezzato cultura Masma-migliaia di anni fa per dare immagini antropomorfe e zoomorfe.
Queste strutture “ organiche “ ( chiamate così da Ruzo ) erano state ottenute modificando il meno possibile le rocce naturali ma ottenendo comunque un ottimo lavoro visivo poiché si era tenuto anche conto del gioco di luci ed ombre provocato dalla luce solare ( ed in certi casi dal riverbero lunare ) in determinati orari del giorno ed in determinati periodi dell’anno ( equinozi , solstizi ).
In sostanza Ruzo si accostava così di molto alle teorie già sostenute da uno dei padri dell’archeologia BOUCHER DE PERTHES ( teoria delle “Pierres Figures“, pietre figure) , e più recentemente dagli studi dell’appassionato italiano Piero Tellini.
In pratica quello che accomuna moltissimo questi studi si risolve nel fatto che si ipotizza che gli uomini preistorici avevano una capacità visiva differente e forse migliore della nostra , con una possibilità di percepire in modo più acuto i giochi di luci ed ombre sulle pareti rocciose e nelle grotte . Questo aveva portato a lavorare le selci in modo tale che,in un primo tempo a scopo puramente ludico , con l’aiuto della luce dei fuochi all’interno delle grotte queste pietre proiettavano delle ombre figurate di forma umana o animale con un sistema simile a quello delle ombre cinesi.
Dal gioco, col tempo, si sarebbe passati ad un discorso religioso e quindi il tentativo di ingigantire queste tecniche rivolgendo la propria attenzione verso le grandi rocce presenti sulle colline e montagne, passando quindi dai fuochi delle grotte al sole come fonte di luce per creare questi effetti di luce ed ombre che tendono a “ umanizzare “ la pietra.
Nel 1998 , con l’aiuto dell’amico peruviano di origine italiana Paul Mazzei , mi sono recato sull’altipiano di Marcahuasi, dove sono rimasto 3 giorni , troppo pochi per visitarlo bene ( ci vuole una settimana almeno ) ma sufficienti per riconoscere che la località meriterebbe migliore attenzione da parte dei professionisti archeologi. Oltre a queste strutture , evidenti sono la presenza di abitazioni / chulpas incaiche ma forse anche pre/incaiche ( località la FORTALEZA ) in stato di forte abbandono . Si segnala la presenza di luoghi di sepoltura e di graffiti rupestri . Il tutto andrebbe studiato in modo serio :per questo motivo si sta cercando di interessare un centro importante. Marco Zagni.