venerdì 3 luglio 2015

MARIO GHIRINGHELLI.

Molto attivo in campo esplorativo ma discreto, nonostante un carattere forte e accattivante,fu mio cugino, l’esploratore Mario Ghiringhelli. In giovane età aveva contratto una rara forma d’asma, difficilmente curabile, tanto che addirittura gli era stato detto che, in sostanza, non doveva aspettarsi di vivere a lungo. Forse per questo motivo acquistò una forza di volontà eccezionale nell’applicarsi in qualsiasi cosa gli piacesse. Siccome per la sua salute sarebbe stato meglio visitare e vivere prevalentemente in località secche se non addirittura aride o desertiche, cominciò a visitare il Nord Africa e il Medio Oriente (anni Sessanta) –allora non c’erano problemi legati all’estremismo islamico-, spesso in compagnia del fratello Franco. Col tempo poi, essendosi preparato assai bene dal punto di vista fisico, cominciò a esplorare anche le foreste e le località sulle Ande del Sud America, sull’Himalaya, in Asia Centrale e Indonesia. Nel corso di questi anni conobbe e diventò amico personale di alcuni ufficiali della Legione Straniera francese. Mario Ghiringhelli scrisse pochissimo (vedi in Nota) su di sé, e comunque spesso insieme a sua moglie, l’indologa Vanna Scolari, che molte volte lo seguì nei suoi viaggi d’avventura. Siamo comunque riusciti a trovare un elenco di suoi viaggi estratti da una sua conferenza al Rotary Club di Magenta (MI) nell’ottobre del 1979: - 1960: Ararat; - 1961: alla ricerca dei mangiatori di vermi (Fezzan/Libia); - 1963: tra i Tebu dell’Auenat (Kufra/Libia); - 1965: le paludi dello Shatt el Arab (Irak); - 1966: Afghanistan – tra i discendenti di Tamerlano Mazar-i-Sharif; - 1967: Malesia: Negritos e Senoi; - 1968: Sahara Algerino: tra i Tuareg dell’Hoggar; - 1969: Malesia, sulle tracce degli Empu, i fabbricanti dei micidiali pugnali Kris; - 1970: Thailandia: tra le tribù Shan e Cariani; - 1972: Laos: tribù Meo; - 1975: India, deserto del Thar; - 1977: Indonesia: Giava – Madura – Bali – Sumatra – Celebes; - 1979: Perù, caccia al “Lagarto Bianco” (un tipo di Caimano). Io entrai “in gioco” con Mario nel 1981 anche se sin da bambino seguivo le sue avventure, e ogni Natale passava a trovare me e la mia famiglia raccontandoci dei posti più strani che aveva visitato. Quell’anno era stato l’anno della mia Maturità scientifica, che era andata certo bene ma, pur essendo alto circa 1 metro e 80 ero sceso di peso sino a 58 chili, insomma non mangiavo più. Frequentare la palestra di Mario fu in pratica un biglietto di sola andata: entrai a far parte di chi lo seguiva nei suoi viaggi, e dopo tre anni di durissimi allenamenti partecipai con lui alla spedizione Ghiringhelli del 1984 nelle foreste della Guyana francese. Doveva essere una spedizione preparatoria in vista di una spedizione in Perù sulle tracce di misteriose piramidi individuate nella parte amazzonica della regione Madre de Dios peruviana. Allora si pensava si potessero raggiungere solo per via “aerea”: per questo partecipai a diversi lanci di paracadutismo, che si compivano in giornata al campo aeronautico svizzero di Gordola. Ma si era rimasti solo in tre a fare questo tipo di allenamento e allora, per questa volta, si lasciò perdere. Continuavo e studiare e ad allenarmi e con lui si partecipava ogni anno ad una gara di marcia di tipo militare che si chiama Pre-Nimega, di 42 chilometri con 17 salite. E si vinceva sempre (Palestra Mediolanum). In quegli anni Mario andò in Tibet, in Nepal, nelle Filippine e negli Usa, dove frequentò dei corsi di sopravvivenza in Alabama. Io ero andato per due volte a girare le foreste del Canada. Con l’amico ingegner Parisi facevamo tesoro di ogni insegnamento di Mario: si praticavano anche le arti marziali, per cercare di unire certe tecniche di difesa orientali con quelle occidentali. E militari della Legione Straniera venivano da noi e insieme si partecipava a gare di marcia forzata. Noi li si contraccambiava partecipando alla festa annuale della Legione che si tiene ogni 30 aprile presso Marsiglia, come anniversario della Battaglia di Camerone (Messico, 1863). L’ultimo suo anno (1993) si stavano facendo dei preparativi per un viaggio che ci doveva coinvolgere tra la Cina e il Pakistan: per questo motivo mi ero iscritto a un corso triennale di lingua e cultura cinese all’Istituto Ismeo di Milano, prestigioso istituto creato negli anni Trenta da personalità come Giuseppe Tucci, esploratore del Tibet per antonomasia. Purtroppo, prima di questa possibilità, Mario Ghiringhelli, in vista di scrivere un secondo libro sui pugnali Kris malesi, di cui era diventato un collezionista raffinato, perse la vita in un viaggio in Indonesia. La sua vecchia malattia asmatica prese il sopravvento causandogli uno choc anafilattico nell’agosto del ’93. Lo ricordo ancora, l’ultima volta che lo vidi in palestra: “Non ti preoccupare, io ci credo ancora”, mi disse, riferendosi ai nostri progetti per l’Amazzonia peruviana, sulle tracce di città perdute. Per questo motivo non potevo deluderlo: da vent’anni, non appena posso, continuo, da solo o con chi ci sta, ad esplorare il Mondo seguendo le sue orme. Nota: consigli di lettura. Di Sven Hedin: My life as an explorer, Kodansha International, New York, 1996; Il Lago errante, Cierre edizioni, Verona 1994. Di Thor Heyerdahl: Kon Tiki, Mondadori Milano 1970. Su Thor Heyerdahl: Thor Heyerdahl l’uomo del Kon Tiki, di V. Manfredi e W. Leonardi, Mazzotta Milano 1994. Di Vanna e Mario Ghiringhelli: Kris gli invincibili, Be-Ma editrice Milano 1991; di Vanna Ghiringhelli: The invincible Krises 2, Saviolo, Vercelli 2007. Di Marco Zagni: L’Impero Amazzonico, Mir Firenze 2002; Archeologi di Himmler, Ritter Milano 2004; La svastica e la runa, Mursia Milano 2011. Di Zam Bhotiva (a cura di M. Zagni e G. de Turris): Asia Mysteriosa, Arkeios Roma 2013.