venerdì 17 dicembre 2010

Ammissione di responsabili giapponesi sugli UFO

dal "Corriere" del 20 dicembre 2007:

TOKIO – Il capo di Stato maggiore delle Forze di autodifesa giapponesi, il ministro Shigeru Ishiba, ha affermato che il Giappone deve prepararsi preventivamente ad un possibile attacco da parte degli alieni. E non è il solo a pensarla così. Capita di rado, o quasi mai, che un responsabile governativo si sbilanci ufficialmente, quando viene sollecitato sull'argomento dell'esistenza di oggetti non identificati, gli Ufo Per questo hanno suscitato grande curiosità e sbigottimento in questi giorni a Tokio e in tutto il Giappone le dichiarazioni di importanti esponenti politici.

RISPOSTE STEREOTIPATE - Il primo ad esporsi pubblicamente è stato il capo di gabinetto nipponico, Nobutaka Machimura, martedì scorso durante una conferenza stampa. Alle domande insistenti dei giornalisti sui recenti avvistamenti di oggetti non identificati nei cieli del Sol Levante il ministro ha ammesso, senza giri di parole, che «il governo può solo offrire risposte stereotipate a questa domanda – ma personalmente, credo definitivamente che gli Ufo esistano». «Non dovrei aggiungere altro, ma vorrei veramente che queste domande venissero poste con più frequenza», ha detto.

GODZILLA - Come scrive il quotidiano Kyodo News sulla sua pagina online, quest'oggi è stato invece il turno di un secondo ministro, quello alla Difesa, Shigeru Ishiba. «Non c'è nessun motivo per negare ulteriormente che oggetti non identificati (Ufo) esistono, e che questi vengono controllati da un'altra forma di vita», ha detto ai reporter, specificando tuttavia che si tratta di un'esternazione a titolo personale. «Verificherò se l'esercito del Giappone sia in grado di affrontare un attacco alieno - del resto, anche nei film di Godzilla sono di fatto le truppe giapponesi ad entrare in azione», ha affermato Ishiba. «Non si capisce come mai», ha poi aggiunto, «la nostra legislazione non dispone ancora di alcuna direttiva nel caso di un'invasione extraterrestre». Pure in questo caso il politico ha voluto sottolineare che quella espressa era solo un'opinione personale.

ATTACCO - Con la sua Costituzione estremamente pacifista, il Giappone rinuncia ad avere delle forze armate predisposte per una guerra, e si vieta ogni partecipazione militare a conflitti internazionali. Dalla fine della seconda guerra mondiale Tokyo ha avuto solo una Forza di Autodifesa.

lunedì 16 agosto 2010

La Città di Z di Fawcett - ( LOST CITY OF Z ).

Z :la città perduta e il Colonnello Fawcett - ( LOST CITY OF Z ).

Tutti gli appassionati di Archeologia misteriosa, o di frontiera, non hanno dubbi: il " colonnello" Fawcett e' stato l'unico vero Indiana Jones del XX secolo, l' ESPLORATORE per eccellenza, la quintessenza dell'AVVENTURA (1).
Questo scritto non vuole essere comunque un'esposizione dettagliata della vita di Fawcett, dato che esistono ben altri libri sull' argomento. Tanto meno ha l'intento di esasperare la sua biografia con interpretazioni esoteriche o mistiche circa lo scopo dei suoi viaggi .Importante è invece inquadrare in modo chiaro l'essenza delle sue teorie - che in parte abbiamo fatto nostre - cercando anche di comprendere il motivo per cui questo personaggio , oggi leggendario, rischio' a tal punto nelle sue spedizioni fino a scomparire per sempre nelle foreste del Brasile nel 1925. E ancora oggi nessuno conosce , in realta' , quale fu il suo destino, anche se il suo pro-nipote Timothy Paterson ritiene di saperlo (vedi l'intervista in appendice a fine capitolo).
E' necessario quindi estrapolare dalla vita di Fawcett il suo lato piu' concreto , e utile per noi. Per esempio, già nel 1893 Percy Harrison Fawcett, (1867-1925 ?) allora giovane ufficiale dell'Esercito Britannico di stanza a Ceylon, si distingueva per la sua spiccata passione per l'archeologia ed i misteri del passato. Appena ne aveva la possibilità si inoltrava anche per svariati giorni nelle foreste dell'isola in cerca di antiche rovine.
Un giorno, dopo un violento temporale, scopri' una grande roccia ricoperta di iscrizioni molto antiche. Volendo investigare di piu', gli fu riferito in seguito che tali iscrizioni dovevano essere assai simili all'antico alfabeto Sansar, la lingua del continente perduto di MU ( o Rutas ) (2).
Per il giovane Fawcett fu come una rivelazione : da quel giorno in avanti avrebbe dedicato la sua vita alla ricerca dei Continenti Perduti, l'Atlantide in primis.
Per non far sorridere i lettori scettici, diciamo subito che l'esistenza di un antico continente, ora sommerso, che collegava il Sud dell'India, Ceylon fino al Madagascar e' stata recentemente dimostrata senza ombra di dubbio (3). Quindi, per inciso, gli studi di James Churchward su Mu (4), che sono del primo Novecento , non erano proprio cosi' assurdi come si crede oggigiorno. Lo studioso Graham Hancock si e' recato a visitare proprio alcune isole del Sud Est asiatico e del Pacifico gia' citate da Churchward (5).
Tornando alla vita di Fawcett egli, dopo essersi sposato, a partire dal 1901 fu trasferito in varie localita' dell'Impero Britannico: Africa Settentrionale, Malta, Hong Kong. Intanto, durante l'esperienza militare, andava maturando negli studi che trovava piu' interessanti per la sua professione : la Topografia.
Nel 1906, inaspettatamente, mentre si trovava di stanza in Irlanda, fu richiamato a Londra . il Presidente della Royal Geographical Society, di cui Fawcett stesso era membro, voleva affidargli un importante incarico : per conto del Governo Boliviano avrebbe dovuto rilevare e delimitare ampie zone di confine tra la Bolivia , il Peru' ed il Brasile. Fawcett accetto' e da allora per lui inizio' la piu' stupefacente avventura della sua carriera di esploratore che si concluse solo a seguito della sua misteriosa e leggendaria scomparsa durante la sua ultima spedizione del 1925. Da allora la sua vita fu un susseguirsi di esplorazioni che lo portarono a viaggiare per buona parte del Sud America, mosso dall'inarrestabile desiderio di riuscire in una impresa incredibile: scoprire e pertanto dimostrare la reale esistenza di quello che considerava i resti delle antiche Colonie di Atlantide in Sud America. Sin dal 1908,infatti, mentre svolgeva il suo lavoro di rilevamento topografico , si era convinto che tutte le civilta' precolombiane conosciute dovevano aver avuto, per forza di cose, una fase preistorica comune derivata dall'esistenza di una civilta' antichissima sconosciuta, le cui grandi citta' perdute dovevano sicuramente giacere semisepolte nel cuore dell' Amazzonia.
Ma quali erano gli indizi su cui Fawcett si basava per avallare queste teorie ? Vediamo di analizzarli. In primo luogo , particolare validissimo anche oggigiorno, aveva saputo con certezza dell'esistenza di antiche iscrizioni, petroglifi e disegni molto simili presenti in caverne o su rocce sparsi un po' in tutto il Sud America : Venezuela , Equador , Peru' e Brasile. Sappiamo bene, per esempio , che queste misteriose iscrizioni, non ancora decifrate, vengono scoperte e studiate ancora oggi tra mille polemiche , scatenate soprattutto dalle ipotesi contrastanti che gli scienziati forniscono a riguardo della loro datazione. Pertanto non c'e' alcun dubbio nel riconoscere che Fawcett, riguardo il problema dei petroglifi, aveva visto giusto nel considerarli di estrema importanza.
Ma c'erano ben altri elementi sui quali il Colonnello si basava per dare maggiore consistenza alle sue deduzioni archeologiche.
Infatti, da informazioni raccolte nelle sue prime spedizioni, cosi' Fawcett scriveva nel 1911: " Tutte le tribu' indie piu' evolute hanno ereditato tradizioni da una grande civilta' ancora piu' remota, ossia da una razza forse progenitrice degli Incas, e perfino del popolo misterioso che lascio' i resti giganteschi trovati dagli invasori incaici che successivamente li incorporarono nelle loro costruzioni...l'enigma dell'antico Sud America e forse del mondo preistorico potra' essere risolto solo quando queste antiche citta' saranno state scoperte e scavate scientificamente" .
Per quanto riguarda questo punto in particolare, oggi sappiamo bene che tali leggende e tradizioni esistono di sicuro: il problema e' che queste citta' amazzoniche non sono state ancora trovate. Lo sviluppo della fotografia satellitare della superficie terrestre ha dato un aiuto in piu' ma , francamente, bisogna ricordare che ampie zone amazzoniche sono perennemente coperte da nubi pertanto , l'unica maniera e' recarsi personalmente nei luoghi di maggior interesse . Leggendo in questo blog la relazione della mia spedizione dell'agosto 2000 ( " Paititi 2000 " ) il lettore si renderà senz'altro conto di come , anche oggi , la foresta cede ben difficilmente i suoi tesori.
Tornando alle fonti indiziarie di Percy Fawcett e' giusto riconoscere comunque che cio' che piu' lo convinse circa l'esistenza di una o piu' antiche citta' semisepolte all'interno della distesa amazzonica fu la lettura del famoso Manoscritto n. 512, conservato nella Biblioteca Nazionale di Rio de Janeiro ancora oggi, concernente la descrizione di una fortuita scoperta, ad opera di avventurieri portoghesi ( Bandeirantes ), di una ciclopica citta' perduta , avvenuta nell'anno 1753 in Brasile e mai piu' ritrovata. Il documento e la descrizione particolareggiata della citta' sono considerati sicuramenti autentici dagli esperti anche oggi.
Rimane incredibile come siano passati 250 anni da quel ritrovamento senza che nessun altro esploratore si sia piu' imbattuto in questa citta' fantasma : Fawcett era sicuro che si trattasse della capitale dell'Impero Amazzonico e, per motivi di praticita' descrittiva la denomino' la "Misteriosa Zeta" o Città perduta di Z ( Zeta )- (Lost city of Z) (6).
Non vi e' alcun dubbio nel definire questo manoscritto e la sua descrizione veramente impressionanti, sia per quanto riguarda la visione della citta' che vi viene fornita , sia per quanto riguarda particolari sulle tecniche di utilizzo della pietra ( Basalto Nero in gran parte ) nell'architettura monolitica, che ricordano molto da vicino descrizioni di citta' precolombiane oggi note , ma sconosciute allora.
Altro indizio, che per Fawcett era di estrema importanza,fu la famosa statuetta di basalto nero, alta 25 centimetri, rappresentante un gran sacerdote o iniziato, che gli fu donata dallo scrittore Sir Henry Rider Haggard ( 1856-1925 ), autore , tra l'altro del celeberrimo libro Le miniere di Re Salomone. Percy Fawcett era convinto che questa statuetta fosse originaria da una delle misteriose città amazzoniche e rappresentasse un sacerdote di questa antica civilta', colonia " americana " del mitico regno di Atlantide (7).
Si puo' vedere una riproduzione della statuetta su molte pubblicazioni (vedi “L’Impero Amazzonico”): l'originale scomparve con Fawcett stesso , il quale se la porto' con se' nella sua spedizione del 1925. Il suo pronipote Timothy Paterson, ne possedeva una copia ( vedi l’intervista a Paterson in questo Blog ).
In ogni caso, se Fawcett considerava la statuetta come un punto a favore per le sue teorie, molti studiosi , in seguito , hanno manifestato seri dubbi o sulla sua autenticita' o sul fatto che provenisse dal Sud America: in effetti osservando bene le riproduzioni a disegno si ha l'impressione che l'oggetto provenga da qualche antica civilta' mediterranea piuttosto che pre-colombiana.
Lo studioso Mario Pincherle sosteneva di essere riuscito a decifrarne i caratteri scolpiti: sono gli antichi caratteri di Atlantide e quel sacerdote rappresenta una sorta di Noe' biblico scampato al Diluvio Universale ( cioe' la fine dell'Ultima epoca glaciale ). Sono naturalmente solo le opinioni di uno studioso : quando Fawcett porto' a far vedere la statuetta al British Museum di Londra gli esperti non osarono pronunciarsi e gli dissero semplicemente : "Se non e' una falsificazione , supera completamente tutta la nostra esperienza ". Ma il colonnello era convinto che non si trattasse di un falso perche' aveva visto ben 14 dei 22 caratteri contenuti riprodotti anche su parti di antiche ceramiche brasiliane.
A partire dal 1914 il Fawcett esploratore in Sud America dovette per forza di cose cedere il passo al Fawcett ufficiale di Artiglieria in Europa durante la terribile Prima Guerra Mondiale. Si comporto' molto bene e dopo la fine della guerra nel 1919, a 52 anni, decise di lasciare definitivamente il servizio militare attivo per dedicarsi completamente alla ricerca della citta' di " ZETA " in Brasile. Raccogliendo informazioni e voci durante i suoi primi viaggi , riguardanti citta' perdute nella foresta, addirittura collegate da canali sotterranei e da passaggi segreti, dedusse che ZETA , l'antica capitale del regno amazzonico, si sarebbe potuta trovare solo seguendo il Rio Xingu, nel Mato Grosso brasiliano.
Tornato in Brasile, Fawcett compì altre due spedizioni sia nel 1920 che nell'anno successivo, viaggi utili e preliminari per cercare di restringere il campo di ricerca della presunta posizione della città di Zeta, la quale , più precisamente , avrebbe dovuto trovarsi tra il Rio Xingu ed il Rio Araguaia, all'altezza della Sierra del Roncador, in pieno Mato Grosso. Pensava oramai di avere individuato la zona con un certo margine di sicurezza, ma dovette aspettare fino al 1924 prima di convincere del tutto la Royal Geographical Society di Londra a concedergli il pieno appoggio per quella che considerava la spedizione definitiva.
E così nel febbraio 1925 iniziò l'ultima avventura del Colonnello : con lui vi erano il suo figlio primogenito Jack, di 22 anni, ed un ex compagno di scuola amico di questi, Raleigh Rimell.
Raggiunta Cuiaba ( Mato Grosso ) all'inizio di marzo, vi rimasero circa un mese per gli ultimi preparativi prima di effettuare l'ultimo decisivo sforzo . La partenza fu stabilita il 20 aprile.
Durante la spedizione Fawcett scrisse alcune lettere alla moglie Nina, che venivano affidate man mano ad aiutanti indigeni in modo che facessero da corrieri. L'ultima lettera di cui siamo a conoscenza datata 29 maggio: da allora Percy e Jack Fawcett con Raleigh Rimell scomparvero .
In sintesi questo tutto quello che si conosce con certezza. Negli anni successivi furono organizzate varie spedizioni per cercare di sapere quale fosse stato il destino del Colonnello Fawcett e del suo gruppo : si disse che era ancora vivo e tenuto prigioniero da tribù indigene bellicose, si sostenne al contrario che fosse stato ucciso con gli altri compagni. In realtà , ancora oggi non sappiamo cosa avvenne dopo la data della sua ultima lettera, nonostante tutte le più contrastanti e contraddittorie voci relative alla sua fine.
Ci interessa inoltre ricordare che anche tempo fa, nel 1996, una spedizione diretta dall'americano James Lynch tentò di risolvere definitivamente il mistero della fine di Fawcett ma anche questo tentativo fallì : un'ottantina di indios attaccarono la spedizione Lynch con armi da fuoco depredando gran parte del materiale e del cibo e obbligando tutti i partecipanti a tornare da dove erano venuti.
Questo episodio è sufficente per farci capire da un lato come sia sempre vivo il ricordo del Colonnello leggendario ma ,d'altra parte, la dice lunga sul come sia pericoloso ancora oggi realizzare spedizioni esplorative in determinate regioni del mondo.
E' giunto ora il momento di tentare di fare un obiettivo bilancio della vita e degli sforzi di Fawcett volti a risolvere i misteri del Sud America in una ottica attuale e rivolta al futuro.
Prima di tutto : abbiamo pensato di lui come a un vero e proprio “precursore”. Bisogna riconoscere che Fawcett, possa piacere o no , ha dato il via ad un processo di modificazione nell'ottica di studio storico di questo continente. Ha avuto il coraggio di sostenere un'idea che, per citare il famoso libro “Il Mattino dei Maghi” (8), si può sì , per eccesso , sconfinare in studi di " realismo fantastico " o esoterici e quindi non dimostrabili scientificamente ( come sostengono i suoi detrattori ), ma noi non pensiamo che sia questo il punto.
Noi pensiamo che a Fawcett vada il merito di avere gettato le basi di una nuova teoria utile a risolvere i misteri dell'archeologia del Sud America: egli non diede mai per certa l'eguaglianza Impero Amazzonico = Colonia di Atlantide. Certo avrebbe preferito che fosse così, ma se non altro era sicuro che una volta trovata Zeta, la scienza avrebbe stabilito la vera origine della città.
Quindi un certo spirito empirico di ricerca l'ha sempre mantenuto. Quello che si può dire ora , mantenendo la validità della sua teoria di base e cioè che un'antica civiltà sconosciuta è realmente esistita in Sud America, è che un terreno utile di ricerca sono anche le imponenti Ande, non solo il territorio amazzonico, a nostro modo di pensare. Macchu Picchu è stata scoperta a 2400 metri di altitudine, per fare solo un paragone : la visione di Fawcett dal punto di vista geografico era probabilmente un poco riduttiva.
In ogni caso , certamente contrastò con forza il parallelo Sud America = Atlantide, ipotesi tornata in auge anche di recente (9). Questa antica civiltà dell'ultima epoca glaciale fu probabilmente una civiltà marinara con varie importanti colonie sparse in tutto il mondo: è molto difficile pertanto sostenere che fosse presente solo in questo o in quel continente.
In conclusione l'obiettivo di Fawcett non fu ritrovare l'Atlantide ma la civiltà più antica del Sud America e su questo punto noi esploratori del Sud America seguiamo il suo esempio, rendendo perpetuo il ricordo di un uomo veramente eccezionale.

Articolo tratto da “L’IMPERO AMAZZONICO”, di Marco Zagni, MIR edizioni, Firenze 2002
NOTE.

1) Vedi lo scritto di suo pronipote Timothy Paterson, Il tempio di Ibez , Società Teurgica Italia -Brasile, 1984.
2) Vedi di David Childress, Vimana aircraft of ancient India & Atlantis,Adventures Unlimited, 1991.
3) Mi riferisco alle recenti ricerche della US National Sciences Foundation, che per mezzo della nave Joides Resolution ha scoperto i resti di un antico continente sprofondato negli abissi dell'Oceano Indiano.
4) Vedi di James Churchward, Mu il continente perduto, SugarCo ,Milano,1978.
5) Mi riferisco alle rovine di Nan Madol sull'isola di Ponape , nel Pacifico.

6) Vedi il libro di Percy Fawcett Operazione Fawcett, Bompiani, Milano, 1953, Secondo alcuni studiosi il vero nome della città Zeta sarebbe MATALIR.
7) Vedi di Mario Pincherle, Il mistero di El Dorado , Ed. Filelfo , Ancona ,1987.
8) L. Pauwels , J.Bergier, Il mattino dei maghi , Mondadori, Milano, 1963.
9) Vedi di J.M.Allen, Atlantide l'ultima verità , Sperling & Kupfer ,Milano, 1998.

giovedì 22 aprile 2010

"H.P. LOVECRAFT"

I MITI DI CTHULHU: LOVECRAFT TRA ARCHEOLOGIA MISTERIOSA E REALISMO FANTASTICO.

Il 16 luglio 1906, all’età di 16 anni, lo scrittore americano Howard Phillips Lovecraft -morto nel 1937 a 46 anni -scriveva una lunga lettera alla rivista Scientific American nella quale , in sostanza , sulla base delle sue profonde conoscenze astronomiche congetturava l’esistenza di un altro pianeta oltre l’orbita di Nettuno . Lovecraft aveva così previsto con quasi 25 anni di anticipo la scoperta del pianeta più lontano ( anche se si parla oggigiorno di un ulteriore “ Pianeta X “ ) del nostro Sistema Solare: Plutone -scoperto nel 1930 ( 1 ). La lettera fu pubblicata poi sulla stessa rivista il mese successivo.
Ho deciso di esordire con questo episodio in questo mio articolo perché esso rappresenta solo uno dei numerosi esempi che porterò a sostegno di una tesi che vedrà il personaggio HP Lovecraft , o più semplicemente HPL, non più nella comune immagine di scrittore “ solitario di Providence “, la sua città natale, quanto nella a mio parere molto più calzante veste di “veggente “, o meglio di incredibile precursore dell’attuale e alternativo nuovo modo di ripensare l’Origine e la Storia della Terra e dell’Uomo, che piano piano sta prendendo sempre più piede nella vita quotidiana delle attuali generazioni di studiosi di frontiera, ben oltre la ristretta cerchia dei collaboratori e lettori di riviste specifiche.
Molti di voi avranno saputo di Lovecraft, come il sottoscritto fino a poco tempo fa, come di un grandissimo delle letteratura del orrore della prima meta del ‘900, definito infatti dai critici come un vero e proprio “ Copernico dell’Horror “, e già questo sarebbe sufficiente a porlo tra i grandi di questo genere dell’occulto , secondo ( forse ) solo ad Edgar Allan Poe ( 2 ).
A mio parere invece queste definizioni , già di notevole apprezzamento , sono di una enorme riduttività , al punto da incominciare seriamente a considerare i suoi racconti come un semplice “ schermo “ escogitato dallo stesso HPL per fare in modo di essere considerato dal mondo esterno solo come un semplice scrittore , invece di uno straordinario genio , come io ormai lo considero, dotato di capacità superiori e addirittura “medianiche”. Io stesso , per molti anni, non essendo un amante di questo genere letterario , mi ero sempre volutamente tenuto lontano dalle sue opere , considerandolo come un autore “ Tabù”. Mi rendo conto ora di quanto avessi sbagliato e di come invece una lettura approfondita di tutti i suoi scritti sarebbe di estrema utilità per ogni amante delle discipline alternative. Non sarà facile riuscire a rendervi manifesta questa impressione personale , ma le tenteremo tutte per convincervi.
E’ meglio cominciare con alcune premesse doverose. In primo luogo sono stati scelti per questo articolo solo i suoi racconti riuniti poi nel saggio “ I MITI DI CTHULHU “ ( pronuncia imposta da Lovecraft, e guai a pronunciare in modo diverso : “ k-lutl-lutl “ ) ( 3 ) , più che altro perchè raccolgono alcuni tra i suoi scritti letterari più famosi a valenza realistico-fantastico-scientifica.
Inoltre sarà meglio precisare che qui non si vuole fare della critica letteraria ma andare oltre , dato che da questo punto di vista HPL è già riconosciuto come un grandissimo. Proprio per questo motivo ,dato che su Lovecraft si è scritto già molto ( anche in modo inconcludente e deviante , quale per esempio la questione se il libro maledetto “Necronomicon” descritto da Lovecraft in vari racconti sia esistito veramente oppure no ), mi limiterò semplicemente ad esporre le mie idee , che spero siano di stimolo per tanti, supportate da diversi esempi .
Per sua stessa ammissione, diverse delle storie di Lovecraft traggono spunto dai suoi “ sogni “ o visioni che lo perseguiteranno per molti anni : nel sonno entrava in contatto con questi oscuri emissari , i MAGRI NOTTURNI ( una sorta di esseri volanti dalle ali di pipstrello- tipo i Chupacabras delle attuali discussioni ufologiche ) che lo trasportavano e gli facevano vivere le situazioni più assude e tenebrose, sia nel passato che nel futuro, oppure sospeso in un limbo fuori dal tempo. Da queste paurose visioni , che io chiamerei piuttosto veri e propri “ viaggi in astrale “, nascevano i suoi racconti ( 4 ).
Ho usato il termine “ viaggio in astrale “, perché francamente non considero possibile come Lovecraft , negli anni ‘20 ,sia stato capace di anticipare determinati argomenti di attualità , che di qui a breve andiamo a commentare , senza essere dotato di qualche capacità extrasensoriale.
Se si deve iniziare con qualcosa di veramente impressionante , per averlo accennato in “anteprima “, è tutto il discorso creato da Lovecraft ( la prima volta nel 1917 ) attorno al concetto di “ DAGON “: in un passato remotissimo esseri extraterrestri anfibi rettilo/pesciformi giunsero nel nostro Sistema Solare. Per prima cosa scelsero come base di appoggio il pianeta più esterno del nostro sistema ( Lovecraft pensava fosse Plutone- denominato Yuggoth nei suoi scritti- , ma secondo me aveva “ visto “ quello che oggi viene chiamato il Pianeta X, o Nibiru ) e poi scesero sulla terra per dominarla ed instaurare il Culto di Dagon, il DIO-Pesce. I loro “sacerdoti “ portavano sulla testa una specie di Tiara , e qui dobbiamo ricordare che la Tiara , come copricapo deriva da un antico modello di cappello mediorientale la cui foggia rappresentava una testa di pesce con la bocca aperta.
L’Uomo Sapiens non aveva preso ancora il controllo della Terra, ma poi ci riuscì , a dispetto di questi “pesci” immondi , che tra le altre cose erano in grado di incrociarsi con noi umani facendo nascere degli “ibridi”, pertanto i Dagon erano stati costretti a ritirarsi in fondo al mare per millenni. Ma , a partire dal XX secolo , l’ora della riscossa era suonata per i Dagon e , con l’aiuto di umani sotto il loro controllo , mentale o fisico, questi rettili/pesci avrebbero fatto di tutto per prendere definitivamente il controllo della Terra. E così complottavano ogni sorta di male ai nostri danni , per indurci a diventare loro schiavi. In sostanza questo il tema principale di Lovecraft in alcuni suoi racconti ( 5 ).
Mentre maturavo questi concetti dentro di me , leggendo i racconti di HPL, mi rendevo conto di come questo prodigioso personaggio avesse anticipato le tematiche di due importantissimi studiosi come ROBERT TEMPLE e ZECHARIA SITCHIN di almeno 50 anni. Ho qui con me , rispettivamente, i loro due testi più conosciuti : “ Il Mistero di Sirio “ e “ Il Dodicesimo pianeta “ ( 6 ).
Una riga di accenno a Lovecraft ? Neanche mezza ! In un certo senso la cosa è comprensibile perché non si può sinceramente scrivere un saggio ponendo alla base delle proprie teorie dei racconti del fantastico di uno scrittore americano, però il fatto che Lovecraft abbia senz’altro anticipato le ora consolidate ipotesi di un arrivo remoto di esseri extraterrestri anfibi sul nostro pianeta , è un argomento estremamente interessante che andrebbe approfondito. Certamente del culto del Dio Dagon , almeno come termine , ne accenna la Bibbia ( per esempio nell’episodio di Sansone catturato dai Filistei, che adoravano questo idolo Dagon ) , ed è da li che si era ispirato Lovecraft, ma il costruire addirittura una teoria di cui si sta discutendo come possibile solo di questi tempi mi sembra una cosa eccezionale. Temple ha impiantato il suo saggio su uno studio di antropologia prodotto negli anni ‘50 basato sullo strano culto del popolo africano dei Dogon, depositari del ricordo dell’arrivo di esseri anfibi intelligenti sul nostro pianeta. Lovecraft allora era già morto da circa 20 anni.
Sitchin invece , negli anni ‘70 ha scritto che determinate tavolette sumere rivelavano che esisteva un “pianeta esterno” ( Nibiru- o “ il pianeta X “) del nostro sistema solare con una orbita irregolare dal quale erano giunti coloro che sulla Terra avevano generato poi l’Homo Sapiens modificando geneticamente l’Homo Erectus .
Ora capirete bene perché leggendo i miti di Cthulhu mi ero reso conto dell’incredibile connessione tra questo libro e i saggi scritti da due maestri di Archeologia Spaziale come Temple e Sitchin.
Ma ora passiamo ad altro .
“ I teosofi hanno intuito l’imponente grandezza del Ciclo Cosmico,del quale il nostro mondo e la razza umana costituiscono solo episodi transitori “ Con questa semplice frase - ma se ne possono trovare un’infinità sparse tra i suoi scritti- tratta da un suo racconto del 1926 ( 7 ), Lovecraft dimostra , a mio parere con grande stile, tutta la sua grandezza di “ profeta “ del genere Archeologia misteriosa. Personalmente ho dedicato tutta una vita tra studi di archeologia alternativa, ricerche e vere e proprie spedizioni in Sud America della serie “ o la va’ o la spacca “ sulle tracce di Imperi Amazzonici leggendari per capire quanto sia effimero il dominio dell’uomo rispetto ad intere ere geologiche della Terra e come siano risibili le “ certezze “ dell’archeologia ufficiale e qui mi trovo HPL che con tre righe dimostra di avere compreso tutto questo già 80 anni fa e facilmente. Veramente invidiabile poi la sua capacità di sintesi : “ I GRANDI ANTICHI vivevano da secoli prima della nascita dell’umanità ...erano scesi sul giovane pianeta dal cielo...erano poi scomparsi sotto la terra e sotto il mare...ma avevano narrato in sogno i loro segreti al primo uomo ...questo era il Culto ...finchè il grande sacerdote Cthulhu, dalla sua oscura dimora nella potente città di R’lyeh sotto le acque , sarebbe risorto e avrebbe riportato la Terra sotto il suo dominio “ ( 8 ).
Risulta difficile negare che queste tematiche Lovecraftiane volte a descriverci i celati ma ben determinati tentativi di una civiltà non umana nel conquistare il dominio del mondo ( 9 ) non abbiano delle inquietanti similitudini con gli attualissimi libri di David Icke. Moltissime persone sono ormai convinte che ormai “ qualcosa “ sia sfuggito al controllo dei governanti del pianeta e ci sia in atto una celata ma terribile battaglia per il controllo dei nostri Paesi , delle nostre case, delle nostre vite e dei nostri pensieri ed abitudini. Una progressiva e costante diminuzione delle nostre libertà con le proprie giuste aspirazioni: la Teoria del Complotto, appunto. Ma proseguiamo.
Già nei primi anni ‘60 comunque, gli autori del celeberrimo saggio “ Il mattino dei Maghi “ avevano riconosciuto che “ pochi testi eguagliano in grandezza metafisica quello in cui H.P.Lovecraft tenta di descrivere l’impensabile avventura dell’uomo risvegliato che sarebbe giunto a socchiudere quella porta e così avrebbe preteso di insinuarsi lì dove Dio regna di là dall’infinito “(10 ).
E così Lovecraft , con i suoi racconti ci fa sapere che esiste una “ affinità della Matematica Superiore con certe credenze e fatti Magici trasmessi attraverso i secoli da una antichità inenarrabile , umana e pre-umana, la cui conoscenza del cosmo e delle sue leggi era superiore alla nostra “ ( 11 ) , e che “ Einstein ha torto , che certi oggetti e certe forze possono spostarsi a una velocità superiore a quella della luce “ come che “esiste una verità velata dall’immemorabile allegoria del TAO “ (12). Tutte prodigiose possibilità alle quali io personalmente mi sto avvicinando solo da pochissimo tempo.
Questa mia dissertazione su Lovecraft precursore ,non poteva concludersi se non riportando la sua strabiliante capacità di anticipare dibattiti e misteri archeologici quanto mai attuali . E quindi ecco il valoroso esploratore visitare per primo la millenaria “Città senza nome “, nel deserto dell’Arabia, le cui rovine avevano proporzioni e dimensioni inquietanti ed irrazionali- racconto ricavato da un sogno di Lovecraft -vengono subito alla mente le mura ciclopiche di Sacsahuaman in Perù -e dove, nei suoi tunnels sotterranei scoprirà migliaia di mummie di esseri rettiliformi simili a coccodrilli, ibridi intelligenti che avevano dominato la Terra “ prima che l’Africa emergesse dal mare “ ( 13 ). E pertanto l’intensità del mistero del racconto va a paragonarsi con una stupefacente descrizione di Erodoto tratta dal suo libro sugli Egizi : “ ...costruirono perciò un Labirinto, che si trova poco oltre il Lago Meri presso la città detta dei coccodrilli < Coccodrillopoli>...il labirinto supera veramente anche le Piramidi ..vi sono due serie di stanze, metà sotterranee ,metà superiori:sono tremila in totale...quelle superiori le ho viste ...quelle sotterranee i sovrintendenti egiziani non me le vollero assolutamente mostrare, affermando che vi si trovavano i sepolcri dei Re che avevano anticamente costruito questo Labirinto e dei Coccodrilli sacri “ ( 14 ). Come Robert Temple sostiene : “ il resoconto del Grande Labirinto è in sé meraviglioso e ,a quanto ne so , non è stato spiegato in modo convincente da nessuno” ( 15 ).
In realtà , come potete vedere , Lovecraft ci aveva provato senz’altro, suggerendoci definitivamente che i sogni travalicano il mondo razionale , permettendo di osservare contemporaneamente eventi del passato e del futuro. Esattamente quello che capitava a lui.
Manca solo la descrizione della città millenaria scoperta dalla spedizione in Antartide nel racconto “ Le montagne della Follia “ ( 16 ) per anticipare, di decine d’anni anche in questo caso, le ipotesi dell’Ammiraglio Flavio Barbiero e dei coniugi Flem-Ath riguardanti l’ubicazione di “ Atlantide “ in Antartide, e chiudere il cerchio delle sue profezie.



NOTE
( 1 ) Plutone fu appunto fotografato per la prima volta nel ‘30 dall’astronomo Clyde Tombaugh.
( 2 ) Fu lo studioso Fritz Leiber a definire Lovecraft un “ Copernico letterario “.
( 3 ) Vedi : “ Vita privata di HP Lovecraft “, AA.VV., Luigi Reverdito Editore, Trento, 1987, pag. 38.
( 4 ) HP Lovecraft : “ I Miti di Cthulhu, Newton Compton Ed., 1995, pag.6.
( 5 ) In particolare “ Dagon “ e “ L’ombra su Innsmouth “, da “ I Miti di Cthulhu “, op. cit.
( 6 ) Robert Temple : “ Il mistero di Sirio “, Piemme Pocket , 2001 e Zecharia Sitchin : “ Il pianeta degli Dei “, Piemme Pocket, 2000.
( 7 ) Vedi il racconto : “ Il richiamo di Cthulhu “ da “ I miti di Cthulhu “, op. cit. pag.62.
( 8 ) “ Il richiamo..”, op. cit. pag.75.
( 9 ) Vedi : “ Colui che sussurrava nelle tenebre “, da “ I miti...”. op. cit. pag. 133.
( 10 ) L.Pauwels, J. Bergier: “ Il mattino dei maghi “, Club degli Editori, 1977, pag.430.
( 11 ) ” I sogni della casa stregata “, da “ I miti..”., op. cit.pag.268.
( 12 ) Vedi “ Colui che sussurrava ...”, op. cit. pag. 175-178.
( 13 ) ” La città senza nome “, da “ I miti...”, op.cit., pag. 32 e seg.
( 14 ) Erodoto :” Storie “, Edizione per il Club del Libro , Milano, 1959, pag.189-190.
( 15 ) “ Il mistero di Sirio “, op. cit. pag. 28.
( 16 ) HP Lovecraft : “ Le montagne della Follia “, Compagnia del Fantastico, Roma 1994.

sabato 20 febbraio 2010

RIVELAZIONI.

INCONTRO SEGRETO DEL 30 SETTEMBRE 2005 , ORE 08.30.

COVER UP MONDIALE.

Viene divulgata questa mia testimonianza,tenuta segreta sino ad ora.

Quarto ( o quinto, non ricordo ) con un professore milanese in pensione, geologo dell’Unione Europea, nello spazio di cinque anni.
L’incontro è stato molto interessante: egli conferma quanto detto fondamentalmente da Richard Hoagland nell’intervista con Tom Bosco pubblicata sulla rivista “Nexus” n. 53 del gennaio 2005….( altro articolo fondamentale “L’Ultima Civiltà” sui numeri 60 e 61 di “Nexus”, 2006), anzi ha detto che sarebbe meglio ricontattarlo fino a che Hoagland “rimane vivo“ e di mandargli le fotocopie dell’articolo…Nel giro di milioni e milioni di anni si sono alternate varie specie umane che hanno anche raggiunto enormi gradi di civiltà….Nell’impossibilità, in alcuni casi di evitare enormi catastrofi naturali esogene o endogene la Terra, si erano anche trasferiti, in alcuni casi e alternativamente , su Marte e la Luna…La Nasa e i Poteri Forti sanno tutto, ma non rivelano, non possono farlo…perché esiste “ un cerchio interno all’umanità “ di eredi genetici di queste antiche specie umane ( per esempio, forse, Leonardo da Vinci era uno di questi ) , in grado di padroneggiare varie discipline “ scientifiche diverse “ acquisite in milioni di anni di cultura umana che ha raggiunto una forma di accordo con i “ Grandi “ padroni della nostra civiltà attuale…Alcuni di questi uomini- dotati di “Memoria Ereditaria”, vivono sotto Terra , altri ancora sulla Luna, dove hanno ancora qualche centro di controllo…furono loro a far saltare molte delle cupole vetrose di cui parlava Hoagland, nei primi Anni ’60, per tentare di cancellare determinate tracce agli astronauti americani che stavano arrivando …ma la cosa non ha funzionato ed alla fine si è arrivati ad un accordo di “ congiura del silenzio “ …Armstrong andò nel 1976 a visitare la “ Queva de los Tajos “ in Equador proprio per trovare riscontri a tutta questa faccenda …la storia del tesoro sotterraneo della Queva è tutto un depistaggio …la morale è questa…un suo amico ingegnere, di antica famiglia lombarda, deceduto nel 1976 in strane circostanze…( aveva saputo quando sarebbe morto ed in quale giorno…! ) era stato lui a trovare sottoterra in provincia di Bergamo, nelle valli Bergamasche, strane sfere metalliche/cemento sotterrate che probabilmente contengono antichi esseri umani ibernati …Sfere che in alcuni casi o vengono distrutte quando si teme che vengano scoperte durante scavi di varia natura o i cui uomini “ del passato” vengono riportati in vita dallo stato di ibernazione…questi uomini “ risvegliati “ vengono posti tra noi con lo scopo di controllarci …sono praticamente uguali a noi, abbastanza alti con una testa però più squadrata e grande, quasi sproporzionata ( solo come esempio vedere il film “ Cittadino dello Spazio “ degli Anni ’50 ). In altri casi sono uomini della nostra civiltà che invece lavorano per loro…Il geologo inoltre ha confermato ancora tutto il resto..di quanto mi disse nel corso degli scorsi anni e mi ha salutato dicendo di stare attento e di contattare ancora Richard Hoagland …di cui, comunque, non aveva mai sentito parlare, prima che glie ne parlassi io.
P.S. Grazie all'informazione fornitami da un lettore del Blog, posso comunicare che parte di quanto rivelato in questo articolo trova conferma nel libro di Paolo Rumor "L'altra Europa" -Hobby & Work 2010- sui contatti tra circoli di potere europei e persone dotate di "Memoria Ereditaria"...