lunedì 17 gennaio 2011

MINORCA ARCHEOLOGICA

MINORCA ARCHEOLOGICA, GIOIELLO DELLE BALEARI.

Nel caso aveste bisogno di conferme del fatto che la cultura “ Megalitica “, sia stata una grande civiltà preistorica europea ( e non solo ), vi consigliamo caldamente di recarvi nell’Isola di Minorca , affittarvi un’automobile e, cartina alla mano, visitare per conto vostro in santa pace i più bei siti archeologici indicati.
E’ esattamente quello che abbiamo fatto noi recentemente tra un bagno e l’altro, ed il risultato è stato di molto superiore alle nostre aspettative.
In effetti ancora oggi il turismo di Minorca è ancora al 90 % di tipo balneare estivo anche se, fortunatamente, più tranquillo e familiare rispetto ad altre isole come Ibiza o Maiorca.
Pertanto ,come infatti ci è capitato, molto spesso i turisti di Minorca non sono nemmeno a conoscenza di questo aspetto culturale dell’Isola . Eccoci qui a colmare questa lacuna.
A partire dagli anni ‘70 gli archeologi spagnoli hanno iniziato sistematicamente a riportare alla luce le vestigia archeologiche dell’isola, arrivando ben presto alla felice conclusione che l’isola vantava una quantità sbalorditiva di strutture di pietra dell’età del bronzo, e non sono molto lontani dalla verità coloro che hanno descritto l’isola come un immenso museo all’aperto. Si stima che a Minorca vi siano qualcosa come 1300 siti megalitici di varia natura : se considerate che l’isola ( circa 45 km. di lunghezza per 15 di larghezza ) copre una superficie di 700 km. quadrati, vi renderete subito conto della ricchezza del patrimonio storico culturale in essa contenuto. Le dimensioni tutto sommato contenute dell’isola e l’acquisto di una valida “ Mappa archeologica di Minorca “ che troverete in loco vi faciliteranno senz’altro nell’individuazione dei siti più interessanti da visitare.
Ma siamo qui anche noi ad “ aiutarvi “.
Sembra ormai senz’altro confermata un’affinità culturale (anzi una vera e propria parentela) tra tutte queste popolazioni megalitiche europee/mediterranee pre-celtiche, anche se , dopo aver ribadito questo concetto , in realtà tutto il mondo archeologico rimane per così dire ai blocchi di partenza, perchè il nocciolo della questione rimane LA VERA ORIGINE della civiltà megalitica europea . Per ora si possono fare solo delle ipotesi però, nel mare delle congetture, personalmente abbracciamo la teoria del valido scienziato ormai scomparso, Vittorio Castellani, il quale vedeva senz’altro un’origine Atlantico-Mare del Nord/baltica post glaciale della civiltà megalitica europea, sempre e continuamente incalzata e minacciata dall’oceano crescente, a causa delle ultime fasi dello scioglimento delle masse glaciali polari ( 1 ).
Scendendo verso Sud e verso Est, come in una manovra a tenaglia queste popolazioni o presero quella che verrà poi chiamata “ La Via dell’Ambra “ ( 2 ) attraverso il centro Europa fino all’Italia, ai Balcani, a Malta o percorsero una via Iberica -nord Africana con l’occupazione delle Isole del Mediterraneo -Sardegna e Baleari. Sono quelli che saranno chiamati poi i POPOLI DEL MARE dagli Egiziani, proprio quelli che il Grande Faraone Ramsete III sconfiggerà senza pietà nel 13o secolo avanti Cristo.
Nel nostro caso specifico risulta senz’altro evidente, per esempio, un’affinità culturale tra gli abitanti megalitici di Minorca ( e Maiorca ) con le popolazioni nuragiche della Sardegna. Ma vediamo di esporre le nostre considerazioni in modo ordinato.
Rispetto ad altre località come Malta, per esempio , le Baleari furono popolate in un periodo più tardo dalle popolazioni della pietra europee: i fondali di queste isole sono abbastanza profondi e non ci fu mai un collegamento terrestre con la penisola iberica durante l’ultima glaciazione Wurmiana e il conseguente abbassamento del livello del Mediterraneo. A differenza di Malta ,pertanto, le Baleari , poterono essere popolate solo per via di mare, in epoca più recente , alla fine del IV millennio avanti Cristo. Mille anni dopo, nel 2000 A.C. ecco fiorire la civiltà megalitica di Minorca e Maiorca , la cultura PRE-TALAYOTICA e TALAYOTICA ( a partire dal 1500 A.C. ). Come si chiamassero veramente queste popolazioni non lo sappiamo , perchè il termine “ Talayot “ deriva da una tarda terminologia ispanico/araba e precisamente dalla parola “ ATALAYA “ , che significa “ Torre di vedetta-sentinella “.
Infatti sono stati denominati TALAYOTS i primi monumenti là eretti , enormi torrioni circolari molto simili ai Nuraghi sardi, il cui scopo sembra proprio essere stato quello di bastioni a difesa per vigilare gli spazi circostanti e le coste ( vedi foto ). Fortunatamente negli ultimi tempi sono intervenute le autorità minorchine in modo energico a difesa di questi “ poblats “ ( villaggi ) megalitici perchè la popolazione agricola dell’isola , con la sua mania di edificare muretti di pietra , le “ Tanques “,per delimitare le proprietà ( 15000 chilometri di muretti per tutta l’isola, una sorta di “ mal della pietra “ ! ) , non esitava a servirsi delle vestigia archeologiche a mo’ di cave da costruzione. E’ una storia questa che abbiamo già sentito varie volte nel corso dello studio delle civiltà: anche il Colosseo di Roma e le Piramidi di Giza non furono risparmiati da questa “consuetudine”.
Ad ogni buon conto, anche se ,sparse nel paesaggio agreste, Minorca possiede pure delle tracce Romane, Paleocristiane ed Arabe, i reperti più significativi sono questi piccoli villaggi megalitici chiamati appunto POBLATS, all’interno dei quali si possono ammirare non solo i già descritti Talayots del diametro di 20-30 metri ma anche uno spazio sacro chiamato TAULA, assolutamente unico nel suo genere. Si tratta infatti di classici cerchi di pietre megalitiche che però vennero posti intorno ad uno strano quanto bizzarro monumento a forma di T, la Taula vera e propria.
Si tratta in pratica di un lastrone squadrato orizzontale posto in equilibrio sulla sommità di una grande pietra verticale ( Menhir ) piantata nel terreno. E’ possibile paragonarla ad un Dolmen, però con una sola grande pietra di sostegno . Grandi Taulas, alte fino a 4-5 metri raggiungono il peso complessivo di 30 tonnellate. Imponente è la TAULA DI TORRALBA, situata nell’omonimo poblat ( Torralba - 1000 A.C. ). E’ sicuramente uno dei siti megalitici meglio conservati e più visitati.
Sulle finalità della Taula gli archeologi non si sono ancora pronunciati definitivamente : paragonata alla TAU sacra indiana , all’ “ YRMINSUL “ nordico o , più semplicemente ad una rappresentazione stilizzata del dio Toro ( ma “Toro“ a Minorca significa anche “montagna“ - “El Toro“ è la collina più elevata dell’isola , 357 metri s.l.m.) , semplicemente non è chiaro se fosse un’altare per sacrifici, o per bruciare i defunti o fosse un simbolo legato a culti astrali ed eliolatrici. L’ipotesi che fossero invece supporti per tetti non trova più conferme tra gli esperti ed è stata abbandonata del tutto.
L’Archeoastronomia si sta piuttosto dedicando con impegno in questi anni per capire se effettivamente anche le Taulas possono essere comprese nel più ampio fenomeno degli allineamenti astronomici.
Altra tipica particolarità costruttiva megalitica dei primitivi abitanti dell’isola sono le NAVETAS, costruzioni in pietra così chiamate per la singolare forma di barca rovesciata.
A Minorca ne sono presenti una ventina , anche se la meglio conservata e la più visitata dai turisti è senz’altro la NAVETA DE TUDONS ( 1400 A.C. ). Le funzioni delle navetas erano quelle di tombe collettive ma furono anche usate come abitazioni, e rimane sempre la leggenda legata al fatto che i primi abitanti dell’isola copiarono in pietra la forma delle barche rovesciate che avevano utilizzato come primo riparo di emergenza.
Le Navetas hanno in genere un’entrata frontale ,anche se di modeste dimensioni, e sono visitabili all’interno.
In generale gli insediamenti megalitici dell’isola si trovano principalmente nella zona Sud /Sud Est , chiamata “ MIGJORN “, perchè è la parte più abitabile e più riparata dai venti, contrariamente alla zona Nord , chiamata “TRAMONTANA“ per ovvi motivi. Però importanti caverne trogloditiche preistoriche ( chiamate COVAS ) si trovano anche a Nord , nella località chiamata CALA MORELL . A sud è necessario visitare anche CALAS COVES , una vera e propria necropoli dell’età del ferro con più di 40 grotte.
Nelle sue vicinanze , altre grotte preistoriche a strapiombo sul mare sono state trasformate nel locale notturno più famoso dell’isola , la discoteca COVA D’EN XOROI (dal nome di un pirata arabo che si era rifugiato là ), una vera e propria attrazione locale, per unire in uno strano ma simpatico abbraccio, preistoria e divertimento.
Altre località megalitiche da noi visitate durante il nostro tour, e che vi consigliamo caldamente sono state : TALATI DE DALT, TORELLO ( talayot e basilica paleocristiana), TORRE D’EN GAUMES ( foto ) e TORRETRENCADA. Un paio di settimane sono sufficienti per passare sia delle belle vacanze estive balneari che per visitare le località archeologiche di maggior interesse di cui vi abbiamo portato a conoscenza.
In conclusione, per una maggiore completezza di informazioni , riportiamo che a partire dal Primo millennio avanti Cristo, per la sua posizione strategica posta nel mezzo del Mediterraneo, Minorca passò da una dominazione all’altra: Fenici, Greci, Cartaginesi, Romani. Una leggenda dice che Annibale Barca nacque a Minorca e senza dubbio una parte importante dell’esercito Cartaginese era formata da nativi talaiotici di Minorca (i Frombolieri delle Baleari). I Romani conquistarono l’isola nel 123 avanti Cristo - per opera delle gesta di Quinto Cecilio Metello “Balearicus”- e la persero nell’anno 187 della nostra era sotto l’attacco del Vandalo Genserico.
Poi gli Arabi, gli Spagnoli, gli Inglesi ( con una breve parentesi francese di soli 8 anni di dominio, dal 1756 al 1763, ma che fu sufficiente per rubare ai minorchini la ricetta della salsa gastronomica più preziosa , la MAIONESE - la salsa della città di Mahon , la capitale di Minorca ), per poi tornare alla corona di Spagna definitivamente nel 1802.
La Guerra Civile Spagnola vide Minorca come uno degli ultimi fieri punti di resistenza contro le truppe del generale Franco il quale , per vendicarsi , escluse l’isola per quasi 40 anni da qualsiasi tipo di aiuto statale e di fondi per lo sviluppo del turismo. In un certo senso , dal punto di vista ecologico, fu la salvezza dell’isola , ora entrata di diritto a far parte della lista delle località denominate “ Patrimonio dell’Umanità “.

NOTE

( 1 ) Vedi il libro di Vittorio Castellani: “ Quando il mare sommerse l’Europa” , Ananke ed. , Torino,1999.
( 2 ) Vedi il libro di Geoffry Bibby : “4000 anni fa “, Einaudi ed. , Torino, 1966.