lunedì 16 agosto 2010

La Città di Z di Fawcett - ( LOST CITY OF Z ).

Z :la città perduta e il Colonnello Fawcett - ( LOST CITY OF Z ).

Tutti gli appassionati di Archeologia misteriosa, o di frontiera, non hanno dubbi: il " colonnello" Fawcett e' stato l'unico vero Indiana Jones del XX secolo, l' ESPLORATORE per eccellenza, la quintessenza dell'AVVENTURA (1).
Questo scritto non vuole essere comunque un'esposizione dettagliata della vita di Fawcett, dato che esistono ben altri libri sull' argomento. Tanto meno ha l'intento di esasperare la sua biografia con interpretazioni esoteriche o mistiche circa lo scopo dei suoi viaggi .Importante è invece inquadrare in modo chiaro l'essenza delle sue teorie - che in parte abbiamo fatto nostre - cercando anche di comprendere il motivo per cui questo personaggio , oggi leggendario, rischio' a tal punto nelle sue spedizioni fino a scomparire per sempre nelle foreste del Brasile nel 1925. E ancora oggi nessuno conosce , in realta' , quale fu il suo destino, anche se il suo pro-nipote Timothy Paterson ritiene di saperlo (vedi l'intervista in appendice a fine capitolo).
E' necessario quindi estrapolare dalla vita di Fawcett il suo lato piu' concreto , e utile per noi. Per esempio, già nel 1893 Percy Harrison Fawcett, (1867-1925 ?) allora giovane ufficiale dell'Esercito Britannico di stanza a Ceylon, si distingueva per la sua spiccata passione per l'archeologia ed i misteri del passato. Appena ne aveva la possibilità si inoltrava anche per svariati giorni nelle foreste dell'isola in cerca di antiche rovine.
Un giorno, dopo un violento temporale, scopri' una grande roccia ricoperta di iscrizioni molto antiche. Volendo investigare di piu', gli fu riferito in seguito che tali iscrizioni dovevano essere assai simili all'antico alfabeto Sansar, la lingua del continente perduto di MU ( o Rutas ) (2).
Per il giovane Fawcett fu come una rivelazione : da quel giorno in avanti avrebbe dedicato la sua vita alla ricerca dei Continenti Perduti, l'Atlantide in primis.
Per non far sorridere i lettori scettici, diciamo subito che l'esistenza di un antico continente, ora sommerso, che collegava il Sud dell'India, Ceylon fino al Madagascar e' stata recentemente dimostrata senza ombra di dubbio (3). Quindi, per inciso, gli studi di James Churchward su Mu (4), che sono del primo Novecento , non erano proprio cosi' assurdi come si crede oggigiorno. Lo studioso Graham Hancock si e' recato a visitare proprio alcune isole del Sud Est asiatico e del Pacifico gia' citate da Churchward (5).
Tornando alla vita di Fawcett egli, dopo essersi sposato, a partire dal 1901 fu trasferito in varie localita' dell'Impero Britannico: Africa Settentrionale, Malta, Hong Kong. Intanto, durante l'esperienza militare, andava maturando negli studi che trovava piu' interessanti per la sua professione : la Topografia.
Nel 1906, inaspettatamente, mentre si trovava di stanza in Irlanda, fu richiamato a Londra . il Presidente della Royal Geographical Society, di cui Fawcett stesso era membro, voleva affidargli un importante incarico : per conto del Governo Boliviano avrebbe dovuto rilevare e delimitare ampie zone di confine tra la Bolivia , il Peru' ed il Brasile. Fawcett accetto' e da allora per lui inizio' la piu' stupefacente avventura della sua carriera di esploratore che si concluse solo a seguito della sua misteriosa e leggendaria scomparsa durante la sua ultima spedizione del 1925. Da allora la sua vita fu un susseguirsi di esplorazioni che lo portarono a viaggiare per buona parte del Sud America, mosso dall'inarrestabile desiderio di riuscire in una impresa incredibile: scoprire e pertanto dimostrare la reale esistenza di quello che considerava i resti delle antiche Colonie di Atlantide in Sud America. Sin dal 1908,infatti, mentre svolgeva il suo lavoro di rilevamento topografico , si era convinto che tutte le civilta' precolombiane conosciute dovevano aver avuto, per forza di cose, una fase preistorica comune derivata dall'esistenza di una civilta' antichissima sconosciuta, le cui grandi citta' perdute dovevano sicuramente giacere semisepolte nel cuore dell' Amazzonia.
Ma quali erano gli indizi su cui Fawcett si basava per avallare queste teorie ? Vediamo di analizzarli. In primo luogo , particolare validissimo anche oggigiorno, aveva saputo con certezza dell'esistenza di antiche iscrizioni, petroglifi e disegni molto simili presenti in caverne o su rocce sparsi un po' in tutto il Sud America : Venezuela , Equador , Peru' e Brasile. Sappiamo bene, per esempio , che queste misteriose iscrizioni, non ancora decifrate, vengono scoperte e studiate ancora oggi tra mille polemiche , scatenate soprattutto dalle ipotesi contrastanti che gli scienziati forniscono a riguardo della loro datazione. Pertanto non c'e' alcun dubbio nel riconoscere che Fawcett, riguardo il problema dei petroglifi, aveva visto giusto nel considerarli di estrema importanza.
Ma c'erano ben altri elementi sui quali il Colonnello si basava per dare maggiore consistenza alle sue deduzioni archeologiche.
Infatti, da informazioni raccolte nelle sue prime spedizioni, cosi' Fawcett scriveva nel 1911: " Tutte le tribu' indie piu' evolute hanno ereditato tradizioni da una grande civilta' ancora piu' remota, ossia da una razza forse progenitrice degli Incas, e perfino del popolo misterioso che lascio' i resti giganteschi trovati dagli invasori incaici che successivamente li incorporarono nelle loro costruzioni...l'enigma dell'antico Sud America e forse del mondo preistorico potra' essere risolto solo quando queste antiche citta' saranno state scoperte e scavate scientificamente" .
Per quanto riguarda questo punto in particolare, oggi sappiamo bene che tali leggende e tradizioni esistono di sicuro: il problema e' che queste citta' amazzoniche non sono state ancora trovate. Lo sviluppo della fotografia satellitare della superficie terrestre ha dato un aiuto in piu' ma , francamente, bisogna ricordare che ampie zone amazzoniche sono perennemente coperte da nubi pertanto , l'unica maniera e' recarsi personalmente nei luoghi di maggior interesse . Leggendo in questo blog la relazione della mia spedizione dell'agosto 2000 ( " Paititi 2000 " ) il lettore si renderà senz'altro conto di come , anche oggi , la foresta cede ben difficilmente i suoi tesori.
Tornando alle fonti indiziarie di Percy Fawcett e' giusto riconoscere comunque che cio' che piu' lo convinse circa l'esistenza di una o piu' antiche citta' semisepolte all'interno della distesa amazzonica fu la lettura del famoso Manoscritto n. 512, conservato nella Biblioteca Nazionale di Rio de Janeiro ancora oggi, concernente la descrizione di una fortuita scoperta, ad opera di avventurieri portoghesi ( Bandeirantes ), di una ciclopica citta' perduta , avvenuta nell'anno 1753 in Brasile e mai piu' ritrovata. Il documento e la descrizione particolareggiata della citta' sono considerati sicuramenti autentici dagli esperti anche oggi.
Rimane incredibile come siano passati 250 anni da quel ritrovamento senza che nessun altro esploratore si sia piu' imbattuto in questa citta' fantasma : Fawcett era sicuro che si trattasse della capitale dell'Impero Amazzonico e, per motivi di praticita' descrittiva la denomino' la "Misteriosa Zeta" o Città perduta di Z ( Zeta )- (Lost city of Z) (6).
Non vi e' alcun dubbio nel definire questo manoscritto e la sua descrizione veramente impressionanti, sia per quanto riguarda la visione della citta' che vi viene fornita , sia per quanto riguarda particolari sulle tecniche di utilizzo della pietra ( Basalto Nero in gran parte ) nell'architettura monolitica, che ricordano molto da vicino descrizioni di citta' precolombiane oggi note , ma sconosciute allora.
Altro indizio, che per Fawcett era di estrema importanza,fu la famosa statuetta di basalto nero, alta 25 centimetri, rappresentante un gran sacerdote o iniziato, che gli fu donata dallo scrittore Sir Henry Rider Haggard ( 1856-1925 ), autore , tra l'altro del celeberrimo libro Le miniere di Re Salomone. Percy Fawcett era convinto che questa statuetta fosse originaria da una delle misteriose città amazzoniche e rappresentasse un sacerdote di questa antica civilta', colonia " americana " del mitico regno di Atlantide (7).
Si puo' vedere una riproduzione della statuetta su molte pubblicazioni (vedi “L’Impero Amazzonico”): l'originale scomparve con Fawcett stesso , il quale se la porto' con se' nella sua spedizione del 1925. Il suo pronipote Timothy Paterson, ne possedeva una copia ( vedi l’intervista a Paterson in questo Blog ).
In ogni caso, se Fawcett considerava la statuetta come un punto a favore per le sue teorie, molti studiosi , in seguito , hanno manifestato seri dubbi o sulla sua autenticita' o sul fatto che provenisse dal Sud America: in effetti osservando bene le riproduzioni a disegno si ha l'impressione che l'oggetto provenga da qualche antica civilta' mediterranea piuttosto che pre-colombiana.
Lo studioso Mario Pincherle sosteneva di essere riuscito a decifrarne i caratteri scolpiti: sono gli antichi caratteri di Atlantide e quel sacerdote rappresenta una sorta di Noe' biblico scampato al Diluvio Universale ( cioe' la fine dell'Ultima epoca glaciale ). Sono naturalmente solo le opinioni di uno studioso : quando Fawcett porto' a far vedere la statuetta al British Museum di Londra gli esperti non osarono pronunciarsi e gli dissero semplicemente : "Se non e' una falsificazione , supera completamente tutta la nostra esperienza ". Ma il colonnello era convinto che non si trattasse di un falso perche' aveva visto ben 14 dei 22 caratteri contenuti riprodotti anche su parti di antiche ceramiche brasiliane.
A partire dal 1914 il Fawcett esploratore in Sud America dovette per forza di cose cedere il passo al Fawcett ufficiale di Artiglieria in Europa durante la terribile Prima Guerra Mondiale. Si comporto' molto bene e dopo la fine della guerra nel 1919, a 52 anni, decise di lasciare definitivamente il servizio militare attivo per dedicarsi completamente alla ricerca della citta' di " ZETA " in Brasile. Raccogliendo informazioni e voci durante i suoi primi viaggi , riguardanti citta' perdute nella foresta, addirittura collegate da canali sotterranei e da passaggi segreti, dedusse che ZETA , l'antica capitale del regno amazzonico, si sarebbe potuta trovare solo seguendo il Rio Xingu, nel Mato Grosso brasiliano.
Tornato in Brasile, Fawcett compì altre due spedizioni sia nel 1920 che nell'anno successivo, viaggi utili e preliminari per cercare di restringere il campo di ricerca della presunta posizione della città di Zeta, la quale , più precisamente , avrebbe dovuto trovarsi tra il Rio Xingu ed il Rio Araguaia, all'altezza della Sierra del Roncador, in pieno Mato Grosso. Pensava oramai di avere individuato la zona con un certo margine di sicurezza, ma dovette aspettare fino al 1924 prima di convincere del tutto la Royal Geographical Society di Londra a concedergli il pieno appoggio per quella che considerava la spedizione definitiva.
E così nel febbraio 1925 iniziò l'ultima avventura del Colonnello : con lui vi erano il suo figlio primogenito Jack, di 22 anni, ed un ex compagno di scuola amico di questi, Raleigh Rimell.
Raggiunta Cuiaba ( Mato Grosso ) all'inizio di marzo, vi rimasero circa un mese per gli ultimi preparativi prima di effettuare l'ultimo decisivo sforzo . La partenza fu stabilita il 20 aprile.
Durante la spedizione Fawcett scrisse alcune lettere alla moglie Nina, che venivano affidate man mano ad aiutanti indigeni in modo che facessero da corrieri. L'ultima lettera di cui siamo a conoscenza datata 29 maggio: da allora Percy e Jack Fawcett con Raleigh Rimell scomparvero .
In sintesi questo tutto quello che si conosce con certezza. Negli anni successivi furono organizzate varie spedizioni per cercare di sapere quale fosse stato il destino del Colonnello Fawcett e del suo gruppo : si disse che era ancora vivo e tenuto prigioniero da tribù indigene bellicose, si sostenne al contrario che fosse stato ucciso con gli altri compagni. In realtà , ancora oggi non sappiamo cosa avvenne dopo la data della sua ultima lettera, nonostante tutte le più contrastanti e contraddittorie voci relative alla sua fine.
Ci interessa inoltre ricordare che anche tempo fa, nel 1996, una spedizione diretta dall'americano James Lynch tentò di risolvere definitivamente il mistero della fine di Fawcett ma anche questo tentativo fallì : un'ottantina di indios attaccarono la spedizione Lynch con armi da fuoco depredando gran parte del materiale e del cibo e obbligando tutti i partecipanti a tornare da dove erano venuti.
Questo episodio è sufficente per farci capire da un lato come sia sempre vivo il ricordo del Colonnello leggendario ma ,d'altra parte, la dice lunga sul come sia pericoloso ancora oggi realizzare spedizioni esplorative in determinate regioni del mondo.
E' giunto ora il momento di tentare di fare un obiettivo bilancio della vita e degli sforzi di Fawcett volti a risolvere i misteri del Sud America in una ottica attuale e rivolta al futuro.
Prima di tutto : abbiamo pensato di lui come a un vero e proprio “precursore”. Bisogna riconoscere che Fawcett, possa piacere o no , ha dato il via ad un processo di modificazione nell'ottica di studio storico di questo continente. Ha avuto il coraggio di sostenere un'idea che, per citare il famoso libro “Il Mattino dei Maghi” (8), si può sì , per eccesso , sconfinare in studi di " realismo fantastico " o esoterici e quindi non dimostrabili scientificamente ( come sostengono i suoi detrattori ), ma noi non pensiamo che sia questo il punto.
Noi pensiamo che a Fawcett vada il merito di avere gettato le basi di una nuova teoria utile a risolvere i misteri dell'archeologia del Sud America: egli non diede mai per certa l'eguaglianza Impero Amazzonico = Colonia di Atlantide. Certo avrebbe preferito che fosse così, ma se non altro era sicuro che una volta trovata Zeta, la scienza avrebbe stabilito la vera origine della città.
Quindi un certo spirito empirico di ricerca l'ha sempre mantenuto. Quello che si può dire ora , mantenendo la validità della sua teoria di base e cioè che un'antica civiltà sconosciuta è realmente esistita in Sud America, è che un terreno utile di ricerca sono anche le imponenti Ande, non solo il territorio amazzonico, a nostro modo di pensare. Macchu Picchu è stata scoperta a 2400 metri di altitudine, per fare solo un paragone : la visione di Fawcett dal punto di vista geografico era probabilmente un poco riduttiva.
In ogni caso , certamente contrastò con forza il parallelo Sud America = Atlantide, ipotesi tornata in auge anche di recente (9). Questa antica civiltà dell'ultima epoca glaciale fu probabilmente una civiltà marinara con varie importanti colonie sparse in tutto il mondo: è molto difficile pertanto sostenere che fosse presente solo in questo o in quel continente.
In conclusione l'obiettivo di Fawcett non fu ritrovare l'Atlantide ma la civiltà più antica del Sud America e su questo punto noi esploratori del Sud America seguiamo il suo esempio, rendendo perpetuo il ricordo di un uomo veramente eccezionale.

Articolo tratto da “L’IMPERO AMAZZONICO”, di Marco Zagni, MIR edizioni, Firenze 2002
NOTE.

1) Vedi lo scritto di suo pronipote Timothy Paterson, Il tempio di Ibez , Società Teurgica Italia -Brasile, 1984.
2) Vedi di David Childress, Vimana aircraft of ancient India & Atlantis,Adventures Unlimited, 1991.
3) Mi riferisco alle recenti ricerche della US National Sciences Foundation, che per mezzo della nave Joides Resolution ha scoperto i resti di un antico continente sprofondato negli abissi dell'Oceano Indiano.
4) Vedi di James Churchward, Mu il continente perduto, SugarCo ,Milano,1978.
5) Mi riferisco alle rovine di Nan Madol sull'isola di Ponape , nel Pacifico.

6) Vedi il libro di Percy Fawcett Operazione Fawcett, Bompiani, Milano, 1953, Secondo alcuni studiosi il vero nome della città Zeta sarebbe MATALIR.
7) Vedi di Mario Pincherle, Il mistero di El Dorado , Ed. Filelfo , Ancona ,1987.
8) L. Pauwels , J.Bergier, Il mattino dei maghi , Mondadori, Milano, 1963.
9) Vedi di J.M.Allen, Atlantide l'ultima verità , Sperling & Kupfer ,Milano, 1998.