I DISCHI DI BAIAN KARA ULA – di ZAMA.
Nel corso di questi ultimi anni, alcuni articoli apparsi su riviste specializzate in archeologia misteriosa ne avevano già accennato l’esistenza, ma probabilmente tramite China Magazine e all’amico di sempre Alessandro de Toni , si potrà in futuro dire la parola fine su questo autentico mistero e soprattutto sul cover up che in effetti, in Cina, da una trentina d’anni è stato costruito intorno a questa faccenda .
Vediamo i fatti più salienti di questa storia .
Nel 1937, durante una spedizione nell’impervia area di Baian-Kara-Ula, una catena montuosa che corre lungo il confine Cinese/Tibetano, l’archeologo cinese Chi Pu Tei scoprì diverse cave all’interno delle quali furono rinvenuti scheletri che presentavano strane caratteristiche.
Il cranio era più grande rispetto al resto del corpo e l’altezza media si aggirava intorno ai quattro piedi e quattro pollici.
Ma la particolarità della scoperta, oltre agli scheletri, consisteva nel rinvenimento di dischi di pietra (diametro di circa 1 piede con uno spessore di circa 1/3 di pollice) sui quali era incisa una sorta di antica e sconosciuta scrittura, inserita nelle scanalature riportate sui dischi. Chi Pu Tei trasse le sue conclusioni sostenendo che gli scheletri appartenessero ad una specie di gorilla di montagna mentre i dischi erano stati abbandonati da una cultura umana, però molto antica.
I dischi vennero portati , per quanto si dice, a Pechino dove , per i vent’anni che seguirono, degli esperti cercarono senza esito di decodificare e decifrare la scrittura.
Nel 1962 il professor Tsum Um Nui, di origine giapponese, riuscì a decifrare e tradurre parzialmente i dischi di pietra e pubblicò le sue scoperte. I risultati erano così stupefacenti che l’accademia delle scienze di Pechino all’inizio ne proibì la pubblicazione.
Il lavoro di Tsum Um Nui parlava di un gruppo di pionieri extraterrestri chiamati "DROPA" che ebbero un incidente con la loro astronave nella zona montuosa di Baian-Kara-Ula circa 12000 anni fa.
Il prof. Tsum Um Nui pubblicò la sua opera solo dopo aver ricevuto il benestare dell’accademia cinese ma ben presto il professore divenne lo zimbello di molti archeologi e non solo. Morì in Giappone nel 1965.
Tutta la faccenda sembrava finita nel dimenticatoio quando nel 1968 apparve in Russia un saggio dello studioso dr. W. Saitsew dal titolo “ Scienza o Fantascienza “ , in cui si accennava con dovizia di particolari a tutto il mistero dei dischi e della loro clamorosa traduzione così compromettente per la scienza ufficiale.
Nel saggio si parlava delle enormi difficoltà che i visitatori spaziali avrebbero avuto con le tribù locali, venendo dapprima considerati come esseri mostruosi per poi venire addirittura cacciati da dei predoni, secondo antichi racconti cinesi, da quelli che vengono definiti "uomini con i cavalli veloci".
A parte tutti questi racconti resta comunque il fatto che i dischi di pietra rappresentano uno degli enigmi insoluti e più affascinanti con i quali l’umanità si deve confrontare. Oltre tutto, in seguito a ricerche fatte da scienziati russi che avrebbero ottenuto da Pechino alcuni dei reperti, è risultato che i dischi contengono un’ alta percentuale di cobalto e altri metalli.
Nel 1994 il dr. Hartwig Hausdorf della Ancient Astronaut Society, visitò con un amico il museo Banpo di Xian con la speranza di trovare alcuni di questi dischi ( all’origine erano qualche centinaio ) che un ingegnere tedesco (Ernst Wegerer) aveva sicuramente fotografato nel 1974. L’amico di Hausdorf era un amico del famoso ricercatore del mistero Erik von Daniken che aveva saputo dei dischI e delle fotografie dell’ingegner Wegerer.
I due ricercatori non trovarono nulla e solo dopo insistenti richieste e fatte mostrare le foto originali, il direttore del museo prof. Wang Zhijun, disse che un suo predecessore aveva effettivamente permesso a Wegerer di fare le foto. In seguito Zhijun mostrò ai due anche un libro dove erano contenute le foto dei dischi e anche una copia ingrandita del disco.
Raccontò poi che in seguito alla visita di Wegerer, il suo collega predecessore sparì misteriosamente e con lui tutti i dischi.
Un ordine sarebbe arrivato "dall’alto" per mascherare tutte le prove riguardanti dischi di Baian-Kara-Ula.
Nel 1995 sono state fatte importanti scoperte. In Cina, nella provincia di Sichuan, vicino al confine est della catena montuosa di Baian-Kara-Ula , è stata scoperta una tribù di 120 persone appartenenti ad una etnia sconosciuta. L’aspetto più importante della scoperta, riguarda l’altezza delle persone: non più alti di 3 piedi e 10 pollici, il più piccolo essere adulto misura solo 2 piedi e 1 pollice ( circa 80 centimetri ). Questa scoperta potrebbe essere la prima grande prova dell’esistenza dei "DROPA " ,o DZOPA, una razza i cui predecessori erano extraterrestri.
Risulta indubbio che sarà necessario organizzare finalmente in Cina una vera missione alla “ Indiana Jones “ , insieme ad Alessandro De Toni, per risolvere una volta per tutte l’intera faccenda, probabilmente entro i prossimi due anni.