LE “ ISOLE “ CRIPTO/ZOOLOGICHE AMERICANE di Marco Zagni.
Il processo di “ Omologazione “ agli usuali canoni accettati e conformi non sta risparmiando nessuna delle discipline intellettuali e scientifiche verso le quali l’uomo , nel corso della sua storia , si è cimentato .
E dove l’omologazione non arriva , fa la sua parte il processo di “ esclusione “ dei soggetti indesiderati da ogni forma di comunicazione verso il grande pubblico.
Il punto è proprio questo : da tempo è in atto una forma di “ reazione “ nei confronti di chi vuole sapere e , non accontentandosi delle solite storielle che gli propinano i media , propone nuove teorie. Un gruppo come questo è nato anche per tentare di colmare questa lacuna.
Veniamo pertanto senza indugio all’argomento che volevo proporvi.
Da tempo avevo in mente di scrivere qualcosa riguardo la “ zoologia misteriosa “ o “ cripto/zoologia “ , ma che non fosse il solito avvistamento del dinosauro in mezzo alla foresta o nel lago di turno : d’altra parte, in un mio articolo pubblicato sulla rivista Nexus ( 1 ), concernente la mia spedizione in Perù “ Paititi 2000 “, avevo accennato a qualcosa del genere.
Mi interessava invece proporre alcuni argomenti già conosciuti in un ottica diversa , più plausibile, proponendovi alcune mie considerazioni personali. Qualcuno potrà opporsi a questa “ criptozoologia minimalista “ ma in questi casi, a mio parere, è sempre meglio muoversi con i piedi di piombo .
L’idea base di fondo prese decisamente corpo dopo la mia fugace partecipazione come ospite alla trasmissione “ Stargate “ di Tele Monte Carlo ( oggi LA7 ) il 18 febbraio 2001 . Allora il tema della puntata ( le misteriose pietre peruviane di ICA ) non era strettamente attinente al motivo per cui ero stato chiamato ( parlare e mostrare foto della mia spedizione a Marcahuasi del 1998 ) ( 2 ) però , di tutto il problema, ne ero al corrente da tempo.
Pensavo, mentre con il taxi mi stavo trasferendo all’aeroporto per tornare a Milano ,” la cosa più importante gli scienziati presenti al mio fianco in TV non l’avevano detta . Si erano limitati a schernire e minimizzare la faccenda Pietre di Ica come al solito “.
Del tipo “Le nostre analisi dicono che le incisioni sono molto recenti “ e cose del genere.
Per carità ! Anch’io sono convinto che molte di quelle pietre incise siano un fatto folkloristico recente : io ero stato di passaggio ad Ica nel 1996 e ,pur non avendo il tempo di parlare in privato con il dottor Cabrera ( scomparso di recente), avevo parlato con i peruviani della zona.
“ Senor , molte pietre sono false , le fanno i nostri campesinos per i turisti , PERO’ alcune sono sicuramente autentiche e sono antiche ,molto antiche . Le hanno analizzate diverso tempo fa! “.
“ E le incisioni quanto tempo hanno , in quelle autentiche ? “ “ 12.000 anni , senor , 12.000 ! “
Ecco cosa non avevano detto in televisione ! “ Ma scusa “ direte voi “ perché non lo hai detto tu ? “ Beh , senza perdere altro tempo posso dirvi , per farvi capire come vanno le cose in TV , che è già stato un miracolo che sia riuscito a parlare 10 minuti con Giacobbo del mio viaggio a Marcahuasi , visionando neanche la metà delle foto che mi ero portato dietro, ma questa è un’altra storia.
In ogni caso , l’unico libro decente tradotto in italiano sull’argomento ( 3 ) conferma senza ombra di dubbio quello che mi era stato detto in loco :
“ …sulla base del sovrastante strato di ossidazione le incisioni delle pietre di Ica devono avere almeno 12.000 anni, per cui non è neppure da escludere un’età di gran lunga maggiore, ma che non è dimostrabile con i metodi di analisi oggi disponibili . Le conoscenze del Politecnico Nazionale del Perù furono così confermate sotto ogni aspetto. “ ( 4 ).
Il fatto che non si sia voluto nemmeno accennare ad un risultato delle analisi , per così dire “possibilista “, dando invece ampio spazio ad analisi “ denigratorie “ , ci dovrebbe fare riflettere tutti quanti .
Proprio per questo motivo mi sono convinto che , almeno alcune delle pietre di Ica , hanno al minimo 12.000 anni.
Certamente questa ipotesi non concorda affatto con quella fornita dal dottor Cabrera , il quale sostiene che sono esistite diverse Umanità nel corso della vita della Terra, una delle quali condivise il dominio del pianeta con i Dinosauri ( in un certo senso sto seguendo anch’io una indagine in questo senso da tempo ) , lasciando testimonianze con incisioni sulla pietra eseguite un centinaio di milioni di anni fa, però francamente considero la mia ipotesi quella più probabile e fornirò una serie di considerazioni a supporto .
Partendo quindi dal convincimento che alcune di queste pietre hanno incisioni scolpite 12.000 anni fa , rimane da spiegare come sia possibile che in alcune di esse siano stati immortalate nella roccia le raffigurazioni di questi grossi rettili.
La spiegazione è semplice : l’Homo Sapiens Sapiens li ha visti . Forse solo in Sud America , ma li ha visti. E, come è naturale , ne è rimasto fortemente impressionato al punto di disegnarli intorno al 10-11.000 Avanti Cristo.
Cercherò di spiegarmi meglio .
Che piaccia o no ritengo tutto sommato esatta l’ipotesi che il continente Americano sia stato l’ultimo ad essere stato popolato dall’Uomo .
Certo non sono affatto convinto dalla teoria ufficiale : l’Homo Sapiens Sapiens ha popolato l’America solo ed esclusivamente attraverso lo stretto di Bering poco prima della fine dell’Ultima Glaciazione di Wisconsin –Wurm , e cioè circa 20.000 anni fa.
Per conto mio ci sono state almeno altre due vie immigratorie precedenti , e poi bisogna considerare la civiltà di Atlantide ,però tutto questo è un altro discorso che ho ampiamente affrontato nel libro che ho pubblicato nel 2002 con la casa editrice MIR di Firenze.
In ogni caso concordo con l’ipotesi di fondo : l’America è stato l’ultimo continente ad essere stato popolato dai nostri antenati Sapiens.
Proseguiamo nel nostro ragionamento : se questo è vero d’altra parte bisogna allora considerare che il Continente Americano ( in particolare L’America del Sud , con climi obiettivamente più favorevoli anche durante le ere Glaciali più dure , come l’ultima ) rimase particolarmente isolato dal punto di vista zoologico e soprattutto , cosa che fa sempre bene alle altre specie animali , senza interferenze ( leggi “caccia” ) da parte degli ominidi.
Certamente, secondo le teorie accreditate , i grandi rettili scomparirono tutti intorno a 65 milioni di anni fa a causa di una enorme catastrofe mondiale provocata da una grande meteora che impattò sulla Terra al largo dello Yucatan.
Il problema è : proprio tutti ? Siamo sicuri?
Seguendo le nostre ipotesi il luogo più favorevole dove almeno alcuni sparuti gruppi di Dinosauri avrebbero potuto sopravvivere a livello locale e riprodursi arrivando , incredibile ma possibile, al Pleistocene, è proprio il Sud America.
Un luogo isolato , un vero e proprio Mondo Perduto, un ‘ Isola cripto/zoologica, appunto.
Giunti in America i primi uomini , prima o poi si sono accorti di questi strani ( e pericolosi ) rettili , accrescendo l’avversione che atavicamente gli ominidi hanno sempre avuto per questi animali.
Nei graffiti, come sempre , l’uomo anche in questo caso ha lavorato molto con la fantasia :
ecco perché nelle pietre di Ica si vedono uomini in groppa a Dinosauri, terrestri o volanti . Certo!
L’Uomo avrebbe voluto addomesticare anche loro ma qui non stiamo parlando dei cartoni animati degli “ Antenati “!
La realtà sarà stata molto, molto diversa ,e terrorizzante.
Ad avvalorare la nostra ipotesi vogliamo ricordare che in Sud America , oltre alle pietre di Ica, una rappresentazione di dinosauro ( del tipo Brontosauro ) è stata trovata tra i graffiti della Pedra Pintada in Brasile : il prof. Homet ne parlò per primo in un suo libro ( 5 ).
E, per inciso , della datazione dei graffiti della Pedra Pintada siamo più che certi : guarda caso hanno 11.000 / 12.000 anni.
In sostanza , il sunto delle mie considerazioni , senz’altro prudenti rispetto ad altri , si può ricondurre a questi concetti: ritengo probabile che, per le circostanze sopra esposte , l’uomo Sapiens Sapiens possa avere convissuto , in Centro ed in Sud America , con gli ultimi Dinosauri là presenti , almeno fino alla fine della ultima Glaciazione o poco oltre.
Ma questo è tutto !
Indipendentemente dal fatto che possano essere esistite o meno altre “Umanità “ milioni e milioni di anni fa ( non contesto questa possibilità ) , non è il caso delle pietre di Ica .
O meglio , le pietre di Ica sono gli argomenti meno convincenti per sostenere una tesi simile . Le pietre di Ica ( quelle vere , e credo siano poche ) testimoniano a mio parere solo questa convivenza forzata tra l’uomo e i grandi sauri, avvenuta , geologicamente parlando , non molto tempo fa, nel continente americano.
Sul fatto poi che alcune di queste pietre mostrino un’umanità con un grado di tecnologia abbastanza evoluta ( presenza di uomini che utilizzano cannocchiali o che esercitano operazioni mediche complesse come operazioni a cuore aperto ecc. ) preferisco non pronunciarmi .
Tenderei comunque a considerarle dei falsi , vista l’ottica “ prudenziale “ che ho voluto adottare.
Possono comunque esserci state delle “ influenze culturali “ dall’unica vera Civiltà dell’Epoca Glaciale , e cioè Atlantide ( o MU, o come volete chiamarla ).
Per concludere l’argomento voglio solo ricordare che il discorso legato alle cosiddette statuette di Acambaro ( Messico ) , di cui ne parlò per la prima volta lo scomparso Charles Hapgood – statuine raffiguranti vari tipi di Dinosauri- vedi i vari siti Internet dedicati-, non fa altro che portare acqua al mulino del mio ragionamento di fondo per questo motivo : se vogliamo considerare veri , e non falsi , i ritrovamenti di Acambaro ,dobbiamo allora considerare esatti anche i tests sulle datazioni fatti.
Si parla di non più di 10.000 anni fa.
Siamo sempre nello stesso ordine temporale delle pietre di Ica da me sostenuto.
Proseguiamo nella nostra dissertazione occupandoci di un argomento strettamente connesso al precedente : le raffigurazioni di Elefanti in America.
“ Impossibile “ , vi direbbe uno zoologo esperto “ gli elefanti non sono mai esistiti in America : i popoli precolombiani non li hanno mai conosciuti “.
Questa frase , in un certo senso , è vera e falsa allo stesso tempo , o meglio , non è precisa .
E’ vero , gli elefanti non ci sono mai andati , in America , ma i loro antenati , i Mastodonti , eccome! Infatti l’uomo li cacciava, in America, diverse migliaia di anni fa.
Solo che i mastodonti si erano estinti ed in seguito, secondo le teorie ufficiali, quando sono sorte le prime civiltà precolombiane ( 1800-1500 Avanti Cristo ) esse , naturalmente, non potevano avere mai conosciuto i mammiferi proboscidati, perché non avevano fatto in tempo a vederli. La cosa sembra ovvia ma non è affatto così : sorge invece un grosso problema di gap temporale , per il semplice motivo che diverse culture precolombiane inserirono nei loro motivi artistici raffigurazioni di elefanti, o meglio, mastodonti ( come esempio vedi la STELE B del tempio MAYA di Copan , in Honduras ) ( 6 ).
E questo come è possibile , visto che queste civiltà non avrebbero mai potuto sapere della loro ( precedente ) esistenza ?
Ci sono tre possibili soluzioni : la prima è che gruppi di mastodonti sopravvissero fino al sorgere delle prime civiltà precolombiane e quindi furono visti da esse, e poi sterminati.
La seconda , molto più intrigante , è che in realtà , le cosiddette prime civiltà precolombiane ereditarono il ricordo dei mastodonti ( e di molte altre cose ) da una civiltà precedente , la civiltà dell’Epoca Glaciale per eccellenza : Atlantide, appunto.
Platone stesso ci dice che nell’isola di Atlantide : “ vi erano , per esempio , moltissimi elefanti [ mastodonti , all’epoca di Atlantide, n.d.a.], ma il pascolo non mancava per gli altri animali , abitatori delle paludi e dei laghi , o delle montagne e delle pianure, per cui non mancava il cibo neppure per l’elefante, animale grande e vorace più di ogni altro …” ( 7 ).
Credo sia superfluo ripeterlo ma, in ogni caso , gli Aztechi dissero agli Spagnoli di essere i discendenti del popolo di Aztlan.
Tutti i grandi studiosi plurititolati hanno sempre fatto la faccia dura e cattiva a sentire certe deduzioni ma , tra Atlantide da una sponda dell’Oceano, e Aztlan dall’altra sponda, concedetecelo , qualcosa in mezzo ci sarà stato!
Oppure, terza ed ultima possibilità, in un contesto idro-geologico e geografico completamente diverso , parte dell’America ( quella Centrale ? ) insieme a zone ora sommerse dalle acque dei Caraibi concorrevano a formare l’Atlantide. E quindi il problema delle raffigurazioni “ impossibili “ dei proboscidati si risolve di colpo ( 8 ).
Abbiamo tenuto per concludere un ultimo problema .
Come si estinsero , definitivamente ed insieme , gli ultimi dinosauri e gli ultimi mastodonti “ americani “ ?
Un “ contributo “ potremmo in ogni caso averlo dato noi umani, dei veri “ terminators “ per quanto riguarda lo sterminio delle altre specie animali però , sicuramente, il colpo di grazia
fu dato dall’ennesima catastrofe mondiale che causò , in maniera violenta ed misteriosa la fine dell’Ultima glaciazione di Wisconsin –Wurm.
Il Diluvio Universale , tanto per intenderci, avvenuto 10-11.000 anni fa e fautore dell’ultima “ estinzione di massa “che si ricordi ( di importanti ce ne sono state almeno 5 ).
In sostanza abbiamo tracciato insieme uno scenario plausibile di quello che potrebbe essere avvenuto . Non siamo certo i depositari della verità , però su una cosa siamo sicuri : la storia della terra è molto più complicata e misteriosa di come ce la raccontano.
E non dimentichiamoci che c’è chi dice di avere avvistato Dinosauri in Amazzonia o in Africa equatoriale o di aver trovato un Mammuth vivo e vegeto in Nepal ( 9 ) poco tempo fa.
Rispetto a tali affermazioni l’articolo presentato appare fin troppo contenuto nelle sue ipotesi: non vediamo l’ora che la realtà ci superi , e di molto.
NOTE BIBLIOGRAFICHE
( 1 ) Vedi Nexus n.30, 2001.
( 2 ) Del misterioso altopiano di Marcahuasi, Perù, scoperto dallo studioso Daniel Ruzo nel 1952, e delle sue implicazioni archeologiche ne ho parlato anche su Nexus n.19, e alle conferenze tenute a Cagliari dall’associazione “ Non solo Terra “, nel 1999 e nel 2001.
( 3 ) Cornelia Petratu, Bernard Roidinger: “ Le pietre di Ica “, Ed. Mediterranee, Roma, 1996.
( 4 ) “ Le pietre di Ica “, op. cit., pag.19.
( 5 ) Marcel Homet : “ I figli del Sole “, ed. MEB, Torino , 1972, pag. 20-21.
( 6 ) Alberto Cesare Ambesi : “ Atlantide “, ed. Xenia, Milano, 1994, pag. 41-42.
( 7 ) Charles Berlitz: “ Il mistero dell’Atlantide “, Sperling e Kupfer ed. , Milano, 1976, pag. 27.
( 8 ) Sull’ipotesi di Atlantide nei Caraibi vedi l’ottimo libro di Andrew Collins: “ Le porte di Atlantide “, Sperling & Kupfer editori, Milano, 2000.
( 9 ) Marc E. Miller :” The Legends continue “, Adventures Unlimited, USA, 2000.