EGITTO MISTERIOSO: PIANA DI GIZA SOTTERRANEA.
Dal sito www.scintilena.com:
Un esploratore inglese sostiene di aver trovato l’accesso agli inferi dei faraoni
Notizia trovata su www.msnbc.msn.com, in inglese, scritta da Rossella Lorenzi.
Un enorme sistema di caverne, tunnel e camere si nasconde sotto le Piramidi di Giza, secondo un esploratore britannico che sostiene di aver trovato l’inferno perduto dei faraoni.
Popolato da pipistrelli e ragni velenosi, il complesso sotterraneo è stato trovato nella roccia calcarea sotto le piramidi di Giza.
“Laggiù c’è un mondo in cui l’archeologia non è ancora arrivata, così come un delicato ecosistema che include colonie di pipistrelli e una specie di ragno che abbiamo identificato come ‘timida vedova bianca’”, ha detto l’esploratore britannico Andrew Collins.
Collins, che fornirà maggiori dettagli e le sue conclusioni nel libro “Beneath the Pyramids” che sarà pubblicato nel mese di settembre, ha rintracciato l’ingresso al misterioso mondo sotterraneo, dopo la lettura delle memorie dimenticate di un diplomatico ed esploratore del 19 ° secolo.
“Nelle sue memorie, il console generale britannico Henry Salt racconta come ha esaminato un sistema sotterraneo di ‘catacombe’ a Giza nel 1817, ha detto Collins.
Il documento registra due esplorazioni alle grotte con uno sviluppo di qualche centinaio di metri, sviluppate in quattro grandi sale che lasciavano accedere ad ulteriori passaggi sotterranei.
Con l’aiuto dell’eittologo inglese Nigel Skinner-Simpson, Collins ha ricostruito l’esplorazione effettuata sulla piana di Giza, localizzando l’ingresso alle catacombe andate perdute nei pressi di una tomba apparentemente non catastata ad Ovest della Grande Piramide.
Infatti, la tomba è caratterizzata da una fessura nella roccia, che ha portato in una grande grotta naturale.
“Abbiamo esplorato le grotte prima che l’aria diventasse troppo consumata per continuare. Sono molto pericolose, con avvallamenti e buche invisibi (N.D.R. E Che saranno mai!) , con colonie di pipistrelli e ragni velenosi”, ha detto Collins.
Secondo Collins, le grotte - che sono vecchie di decine di migliaia di anni, se non centinaia di migliaia di anni - possono avere ispirato lo sviluppo del settore e la piramide egizia con la credenza in un mondo sotterraneo.
“Antichi testi funerari alludono chiaramente all’esistenza di un mondo sotterraneo in prossimità delle piramidi di Giza,” ha detto Collins su Discovery News.
Infatti, Giza era conosciuta anticamente come Rostau, che significa “bocca dei passaggi”.
Questo è lo stesso nome di una regione dell’antico inferno egizio noto come Duat.
“‘La bocca dei passaggi’ è senza dubbio un riferimento per l’ingresso ad una grotta e il passaggio al mondo sotterraneo” ha detto Collins a Discovery News.
La scoperta di Collins è destinata ad avere un grande successo grazie all’interesse sull’Egitto in tutto il mondo.
Zahi Hawass, capo del Consiglio supremo delle Antichità dell’Egitto, aveva respinto la scoperta.
“Non ci sono nuove scoperte da fare a Giza. Sappiamo tutto sulla spianata”, ha dichiarato.
Ma il commento di Collins è che, dopo approfondite ricerche, non ha trovato alcuna menzione delle grotte in tempi moderni.
“To the best of our knowledge nothing has ever been written or recorded about these caves since Salt’s explorations. If Hawass does have any report related to these caves, we have yet to see it,” Collins said. “Il meglio delle nostre conoscenze dice che non sono mai state scritte o registrate esplorazioni su queste grotte. Se Hawass non ha alcun riferimento connesso con queste grotte sarà necesserario ancora andare a vedere.” ha detto Collins.
lunedì 22 agosto 2011
martedì 2 agosto 2011
IL VOLTO DEL LEONE DI MARCAHUASI.
Un Intervento necessario.
Da Marco Zagni riceviamo la richiesta di lasciare questo intervento sul sito di Edmund Kiss:
“Ringrazio questo sito che mi permette di rilasciare questo brano tratto dal mio articolo “Il Leone delle Ande” apparso sulla rivista Nexus n. 19 del 1999 e poi nel mio saggio “L’Impero Amazzonico”, Mir, Firenze, 2002. Ringrazio anche un mio amico per avermi avvertito della spiacevole situazione.
Come primo italiano a raggiungere Marcahuasi nel 1998, devo rispondere a chi, neanche molto velatamente, mi da del “fantasioso” dal suo sito riguardo la posizione geografico-spaziale e la struttura di uno dei “monumenti” andini più interessanti di Marcahuasi, in Perù centrale, e cioè il “Leone Africano”. La cosa incredibile è che questa persona ha certamente letto il mio saggio. Però forse è meglio incominciare a capire quello che si legge, se non si vuole poi fare dei danni.
Ecco lo stralcio, chiarissimo nella sua esposizione:
“Con una bussola militare constatai che il corpo del Leone era posizionato su di un’asse Nord-Sud, mentre il rilievo del volto puntava senza dubbio a Est, cioè al sorgere del sole”.
Quello che ho scritto nel 1999 rimane assolutamente valido nella sua totalità oggi e anche nel futuro: è il “rilievo” del volto (che è bidimensionale in questo caso, alcuni dei volti animaleschi di Marcahuasi si basano su degli antichissimi e voluti effetti ottici) che guarda verso Est, non il corpo, che è certamente posizionato su di un asse nord-sud.
Ringrazio nuovamente il Blog di Edmund Kiss che mi ha permesso questa immediata replica”. Al più giovane collega (certo, tutti possiamo sbagliare, anche chi scrive, è ovvio) consiglio più moderazione e comunque rispetto per il lavoro, molto precedente il suo, svolto dal sottoscritto in Sud America già dagli anni '80 e '90. Grazie.”
Da Marco Zagni riceviamo la richiesta di lasciare questo intervento sul sito di Edmund Kiss:
“Ringrazio questo sito che mi permette di rilasciare questo brano tratto dal mio articolo “Il Leone delle Ande” apparso sulla rivista Nexus n. 19 del 1999 e poi nel mio saggio “L’Impero Amazzonico”, Mir, Firenze, 2002. Ringrazio anche un mio amico per avermi avvertito della spiacevole situazione.
Come primo italiano a raggiungere Marcahuasi nel 1998, devo rispondere a chi, neanche molto velatamente, mi da del “fantasioso” dal suo sito riguardo la posizione geografico-spaziale e la struttura di uno dei “monumenti” andini più interessanti di Marcahuasi, in Perù centrale, e cioè il “Leone Africano”. La cosa incredibile è che questa persona ha certamente letto il mio saggio. Però forse è meglio incominciare a capire quello che si legge, se non si vuole poi fare dei danni.
Ecco lo stralcio, chiarissimo nella sua esposizione:
“Con una bussola militare constatai che il corpo del Leone era posizionato su di un’asse Nord-Sud, mentre il rilievo del volto puntava senza dubbio a Est, cioè al sorgere del sole”.
Quello che ho scritto nel 1999 rimane assolutamente valido nella sua totalità oggi e anche nel futuro: è il “rilievo” del volto (che è bidimensionale in questo caso, alcuni dei volti animaleschi di Marcahuasi si basano su degli antichissimi e voluti effetti ottici) che guarda verso Est, non il corpo, che è certamente posizionato su di un asse nord-sud.
Ringrazio nuovamente il Blog di Edmund Kiss che mi ha permesso questa immediata replica”. Al più giovane collega (certo, tutti possiamo sbagliare, anche chi scrive, è ovvio) consiglio più moderazione e comunque rispetto per il lavoro, molto precedente il suo, svolto dal sottoscritto in Sud America già dagli anni '80 e '90. Grazie.”
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